Conferenza stampa “Dal ministro Giannini, impegni rivoluzionari”

Press Meeting

Grande apertura di credito di Giorgio Vittadini a Stefania Giannini, ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. In conferenza stampa, il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, riferendosi all’intervento del ministro in sala Neri, ha detto “di aver sentito per la prima volta cose rivoluzionarie”, a proposito di sistema scolastico pubblico (“cioè di tutti”), di retribuzione dei docenti legata al merito e non agli automatismi di categoria, di formazione professionale, inteso come un sistema duale, dove la scuola non sia subalterna alle imprese. Vittadini ha rilanciato una proposta che sostiene da anni per uscire dalla crisi: la ripresa non è nell’edilizia ma nell’istruzione intesa come educazione. Il Paese “non ripartirà dal mattone ma dal cervello”.
Il ministro Giannini non è entrato nei dettagli né ha rivelato le sorprese “scolastiche” promesse da Renzi (“le sorprese – ha detto – per restare tali non possono essere anticipate”), ma ha preso degli impegni. Il primo riguarda l’eliminazione (“non fisica”, ha assicurato) dei supplenti. “Un meccanismo perverso ci obbliga a seguire l’organico di diritto – ha spiegato – e non quello funzionale. Nessun governo lo ha mai fatto e per questo ci si trova, alla fine, a dover sempre ricorrere ai supplenti. È un meccanismo che intendiamo superare, per il rispetto che dobbiamo ai ragazzi, alle famiglie e agli stessi insegnanti”.
Sull’antica querelle dei finanziamenti pubblici alle scuole non statali, il ministro ha tagliato corto: “È pubblico tutto ciò che è a servizio della comunità e finalizzato al bene comune, sia che venga dallo stato sia da soggetti privati. Voglio ricordare che da due anni la Comunità europea ci ha richiamato all’applicazione della direttiva sulla libertà della scelta educativa”. Di più sull’argomento non ha voluto dire. “In questo momento – ha spiegato – ci stiamo occupando dell’infrastruttura umana, intellettuale e tecnica del nostro sistema educativo. Forme e strumenti saranno da valutare, ma non in questa fase”.
Il capitolo finanziamenti, comunque, ha dato occasione al ministro di bacchettare quei settori del nostro Paese che “non perdono occasione di chiedere qualità al mondo della scuola ma poi contribuiscono davvero poco a migliorarla”.
Sulla riforma della scuola la Giannini non è scesa nei particolari, ha solo individuato nella scuola secondaria di primo grado (già media inferiore) il settore che più di altri necessita di un radicale intervento, “a causa di tante mancate attenzioni e aggiornamenti”.
(D.B.)

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