COMUNICATO STAMPA UN CAFFE’ CON…I GIURISTI

Press Meeting

“Abbiamo scelto questa modalità informale per presentare ai giovani persone con un iter professionale significativo”, esordisce Bernard Scholtz, moderatore dell’incontro, “per agevolare le loro scelte e introdurli nel mondo del lavoro.”
Oggi infatti a “Un caffé con…” sono presenti due giuristi, Guido Piffer, giudice del Riesame di Milano, e Paolo Tostoni, giovane avvocato penalista milanese.
“L’aspetto positivo dell’ esperienza del giudice – comincia Piffer – è la libertà, che implica una responsabilità. La decisione che deve prendere è solo sua, e le conseguenze non sono da poco: basta pensare alla quantificazione della pena”.
Ma soprattutto è necessaria un’educazione anche in questo, continua il giudice, poiché il vero problema è motivare perché si prende una decisione anziché un’altra.
La parola passa poi all’avvocato, che non si limita a parlare della sua esperienza (la tesi in Belgio e poi per caso l’occasione di fare pratica forense, quando tutto faceva pensare che avrebbe imboccato un’altra strada, la magistratura), ma difende a spada tratta la sua professione dai comuni pregiudizi. “Nella pratica mi sono reso conto della nobiltà di questa professione: un processo penale sconquassa la vita di una persona”, soprattutto per l’influsso dei media, che a volte emettono sentenze prima dei giudici; “perciò se una persona si rivolge a te come avvocato, si affida a te. E tu l’abbracci, perché prima di tutto siamo uomini, e nella vita si può sbagliare.”
“Perché un ragazzo dovrebbe studiare Giurisprudenza”, incalza Scholtz , “con le difficoltà di carriera che ci sono oggi?”
Rispondendo, Piffer evidenzia che i corsi di laurea sono impostati soprattutto in funzione delle grandi professioni forensi, mentre bisogna tenere ben presenti anche i nuovi sbocchi, come quelli nel mondo dell’imprenditoria: i tempi sono cambiati per chi vuole fare, come lui, carriera in magistratura. “Quando l’ho fatto io, il concorso era annuale: oggi invece ce n’è uno all’incirca ogni tre anni. Il vero motivo per affrontare ancora questi studi è il rigore che ti fanno acquistare nel ragionamento.”
Tosoni invece sfata il mito che fare l’avvocato sia garanzia di guadagno sicuro. “Ad oggi – afferma – ci sono 250.000 avvocati in Italia”, e non tutti possono dire di avere un’attività professionale bene avviata: il tirocinio può essere lungo e non immediatamente remunerativo..
Alla fine Scholtz evidenzia i punti fondamentali, ribadendo che la qualità fondamentale è una sola: “il coraggio, che si acquista stando con persone che, come i nostri relatori, ce l’hanno”.

G. Z.
Rimini, 20 agosto 2007