Il Meeting finisce in un momento in cui si è tragicamente rinnovato l’odio omicida. Inoltre, la situazione – non solo italiana – è sempre più confusa e inquietante. Proprio per tale coscienza, da 25 anni dalla sua nascita, il Meeting ha voluto essere ciò che è: un gesto di amicizia reale, anche se arduo e a volte apparentemente impossibile, come è stato l’incontro tra i ministri degli esteri israeliano e palestinese.
Ma, come ha detto Giovanni Paolo II nel saluto al Meeting dopo l’Angelus di domenica 22 agosto, «Cristo è principio inesauribile di rinnovamento dell’uomo e del mondo». Questa è la meta. È vero che è inesauribile, quindi al di là delle nostre forze; però, è partecipabile proprio come amicizia. C’è guerra nel mondo e solo l’esperienza dell’amicizia è promessa di una pacificazione più grande.
Le migliaia di persone che hanno vissuto il Meeting lo sanno e la loro esperienza è speranza per tutti. É anche una responsabilità, che si chiama libertà.
La libertà è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini: è il titolo del 26° Meeting per l’amicizia tra i popoli, 21-27 agosto 2005.