Nessuno di chi ha costruito e vissuto questa 21° edizione del Meeting intende caricare le riflessioni che ne scaturiscono di toni trionfalistici, anche se lo sforzo per trattenerli è tutt’altro che lieve. Il grande – ormai grandissimo appuntamento riminese è seguito, per pura coincidenza di date, al Giubileo dei giovani celebrato a Roma da Sua Santità. Qualcuno ha voluto contrapporre questi due avvenimenti per creare le solite divisioni, ma abbiamo buoni motivi per credere che non vi sia riuscito. Pur nella sua intensità e nella complessa difformità delle manifestazioni, il Meeting ha sempre affermato e ancora afferma la sua appassionata ispirazione cattolica e se il pubblico diviene di anno in anno più vario, ne riconosce unanimemente la vivacità, lo spirito di coinvolgimento e la cordiale apertura; è un dato di fatto che si misura anche nel pluralismo delle voci che sono intervenute nel corso di questa affollatissima settimana. Molte di loro non possono venire identificate con la voce di chi, con sempre maggiore consapevolezza, propone il Meeting a tutti, e questa è la prova di come una cultura fondata sul positivo, e non sulla critica erosiva, possa apparire attraente nel deserto e nel vuoto di un’epoca che invece vorrebbe idolatrare il negativo e che ha ben pochi ideali da difendere.
L’ideale che sostiene il Meeting ha 2000 anni ed è senza fine. La coscienza di un fatto che, entrato nella storia, ha dato speranza e forza all’uomo, è un bene così stupefacente che non può non essere affermato e condiviso. Per tale ragione il Meeting continuerà sulla sua strada, con lo slancio, la consapevolezza e il fervore che da sempre lo animano.
Il titolo della prossima edizione, che si svolgerà dal 19 al 25 agosto 2001, è: “Tutta la vita chiede l’eternità”.