Rimini, lunedì 20 agosto – Alberto Brugnoli, professore di Economia Pubblica all’Università di Ber-gamo, introduce l’incontro chiedendo ai relatori, Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, e Tommaso Nannicini, professore ordinario di Economia Politica all’Università Bocconi, come pensare allo sviluppo senza ridurlo alla sola sfera economica. Nannicini indica in quanto previsto nell’Agenda Onu 2030 il paradigma giusto per uno sviluppo sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che sociale (che combatta cioè le diseguaglianze). Il relatore sottolinea anche che “i vincoli sono una opportunità per la politica, perché definiscono lo spazio entro cui perseguire il bene comune”.
Cottarelli spiega la sua visione di sviluppo sostenibile, partendo dalla considerazione che occorre identificare le cause per cui l’Italia, da anni, non cresce: “L’esperienza dell’euro mal vissuta, la per-dita di competitività – per eccesso di burocrazia, corruzione, lentezza della giustizia – e la fragilità dei conti pubblici”. Dunque, afferma, innanzitutto occorre rimuovere i freni allo sviluppo e poi curare che questo sia sostenibile sotto il profilo macroeconomico, portando ad esempio la Turchia. Inoltre la crescita dev’essere socialmente sostenibile, combattendo le diseguaglianze, assicurando equità nella distribuzione ed un buon funzionamento dell’“ascensore sociale”.
Nannicini definisce lo sviluppo sostenibile citando papa Ratzinger: “Essere sobri ed attuare il possibi-le” (Omelia del 26 novembre 1981, nella chiesa di San Winfried a Bonn). Ricorda che il debito pubbli-co attuale è nato da scelte politiche “generalmente condivise” degli anni dal 1965 al 1975. La politica ha dunque il compito di porre in atto scelte lungimiranti, che possono avere un costo a breve termi-ne, ma portare benessere nel lungo; per fare ciò occorre il coraggio di assumere decisioni, spesso onerose sotto il profilo del consenso elettorale.
Concorda sulla necessità del coraggio di scelte a lungo termine anche Cottarelli, ricordando che gli unici due settori di spesa nei quali non ha proposto tagli, al tempo del suo incarico sulla spending re-view, furono istruzione ed infrastrutture, dove la spesa andrebbe qualificata piuttosto che ridotta. Negli altri settori, occorre razionalizzare le spese, eliminando gli sprechi ed agendo sulla leva fiscale, anche attraverso il ripensamento dei meccanismi delle detrazioni e deduzioni.
Nannicini, a proposito dei percorsi di sviluppo percorribili oggi in Italia, al di là delle tesi sostenute dagli “odierni negazionisti sul tema dei vincoli”, indica nelle scelte della politica lo strumento princi-pale di azione: “la politica deve scegliere come spendere i soldi; io, ad esempio, tra previdenza ed istruzione scelgo la seconda”.
Brugnoli ricorda a Nannicini il saggio da lui scritto in cui si dichiarava ottimista sul futuro dei giovani. il relatore risponde di averlo scritto nel 2011, ma di “non aver perso l’ottimismo”. Precisa, però, “che occorre ampliare il concetto di giovani: i giovanissimi e quelli, ora più maturi, che sono stati schiac-ciati dal peso delle politiche degli ultimi anni”. Per aiutarli, occorre incentivare la loro propensione all’impresa, garantendo un’ adeguata rete di protezione dal rischio ad essa connaturato; ed inve-stire in istruzione, intesa anche come formazione continua, che metta in grado di affrontare le sfide dell’innovazione.
Cottarelli fa notare come sia una pesante eredità quella di lasciare ai giovani l’assunzione di scelte difficili, che non sono state prese per garantire le generazioni precedenti. Questo anche per un preciso calcolo elettorale, considerato che il calo demografico ha alzato l’età media dei votanti. “Anche le famiglie – secondo Cottarelli – hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere un patrimonio di valori ai giovani, ai quali auguro, piuttosto che il reddito di cittadinanza, una opportunità di cittadinanza”.