“La costruzione di un ospedale è una cosa facile a dirsi ma molto difficile a farsi, dal momento che quest’ultimo deve da una parte rispettare e prevedere requisiti di natura tecnica specifici, dall’altra essere adeguato alle esigenze del territorio di riferimento, deve rispondere agli indirizzi programmatici del governo regionale e nazionale e deve soddisfare le esigenze dei pazienti e degli operatori che lavorano al suo interno”. Con questa premessa Carlo Lucchina, Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità di Regione Lombardia, ha introdotto l’incontro nel quale cinque relatori che a diverso titolo si occupano di sanità hanno sviluppato le loro considerazioni in una sala gremita.
“L’elemento fondamentale che guida la nostra azione nel campo dell’edilizia sanitaria è il Piano Socio Sanitario Regionale” ha affermato l’Assessore alla Sanità di Regione Lombardia Luciano Bresciani, “che come principio ispiratore ha la centralità del cittadino e la sua libertà di scelta dell’erogatore, come affermato nella legge regionale 31 del ‘97”. Dopo aver delineato l’importanza della parificazione e della competizione virtuosa tra erogatori pubblici e privati, che permettono la costruzione di una rete di ospedali che garantiscono l’effettiva libertà di scelta da parte dell’utente dei servizi, l’Assessore ha precisato che “il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza deve essere affiancato dall’attenzione alla modalità di accesso ai servizi, alla parte alberghiera e di accoglienza e alla sicurezza del paziente”. Inoltre “bisogna favorire la centralità del professionista, la sua attività, sviluppando pratiche che tendano all’eccellenza”. Bresciani ha concluso il suo intervento ricordando che “la sanità e l’edilizia sanitaria non sono solo un costo ma generano un indotto, un valore aggiunto, benessere sociale: stiamo sviluppando una piattaforma tecnologica tra settore sanitario, università e industria che tende proprio a valorizzare e favorire questo aspetto”, ed ha mostrato alcune slides con elencati i recenti investimenti nel settore sanitario in Lombardia.
Ettore Sansavini, Presidente del gruppo Villa Maria, ha raccontato la sua lunga esperienza di gestore (prima) e imprenditore (poi) nel settore ospedaliero e durante il suo intervento sono state proiettate slides con alcune immagini delle strutture che fanno capo al suo gruppo. “Per costruire un ospedale bisogna sapere a che bisogni si vuole rispondere e in che modo, tenendo sempre presente per chi viene pensato, chi ne usufruirà.” Un ospedale necessita di mettere insieme “la tecnologia, un gusto estetico, l’igiene, la sicurezza, la relazione umana tra medico e paziente, e deve essere adeguato a precisi bisogni che emergono in un dato territorio”. Secondo Sansavini, una volta che si hanno chiari questi principi, la costruzione fisica della struuttura è diretta emanazione di questi ultimi. Infatti “ognuna delle tre aree principali in cui è suddiviso un ospedale (l’area dell’accettazione, l’area della residenzialità ospedaliera e quella dell’alta tecnologia, dei blocchi operatori, della terapia intensiva e dell’emergenza) deve ciascuna essere pensata e costruita in modo adeguato, rispondendo alle esigenze del paziente nelle diverse fasi del suo ingresso nella strauttura, facendolo sentire il più possibile a casa, a suo agio, perché il ricovero ospedaliero è un momento che fa parte della vita di una persona”.
Proprio sul tema dell’attenzione alla persona è intervenuto Francesco Bombelli, Presidente di HCM, che ha raccontato la sua esperienza di infermiere, e in particolare un episodio davanti ad una persona in gravissime condizioni presentatasi al pronto soccorso, dal quale ha capito che “bisogna piegarsi alla necessità di chi si ha davanti, domandandosi che cosa si può fare per aiutarlo e perché, qual è il motivo per cui lo si fa”. Ha sottolinato poi con decisione che “gli infermieri e gli altri assistenti sanitari devono essere liberi di svolgere al meglio il loro lavoro, che è fare assistenza, e l’ospedale deve favorire questa possibilità: deve essere costruito e organizzato in modo tale da soddisfare questa esigenza. La scienza e la tecnica sono importanti, ma il rapporto umano è cruciale”.
Antonio Giulio Rognoni, Direttore Generale di Infrastrutture Lombarde Spa, ha illustrato l’attività di questa società nel campo dell’edilizia sanitaria, elencando i progetti nei quali è attualmente impegnata: ha parlato poi di tutti i fattori cruciali nella costruzione di una struttura sanitaria, della necessità di garantire tempi certi (“4 anni in Regione Lombardia rispettio ad una media nazionale di 9,8”), della logistica, dell’importanza del luogo nella quale viene costruita. “Non bisogna mai dimenticarsi che l’ospedale viene costruito per il paziente, deve essere pensato e strutturato in modo che sia funzionale alle sue esigenze, in particolare rispetto ai percorsi di cura”. Rognoni si è anche soffermato sull’importanza che ha assunto in Lombardia il cosiddetto Project Financing, cioè l’operazione per la quale soggetti privati investono soldi in opere di utilità pubblica, come un ospedale, per poi guadagnare sugli utili derivanti dalla gestione delle attività non core e da eventuali canoni di affitto delle strutture stesse: “questo sistema ci permette da una parte di disporre di una maggiore quota di denaro da investire in edlizia sanitaria, dall’altra è un incentivo al rispetto di tempi certi perché chi ha investito nella struttura non guadagna nulla finchè l’opera non viene ultimata”.
L’ultimo intervento è stato quello di Felice Achilli, primario ospedaliero e Presidente dell’associazione Medicina e Persona, che con l’ausilio anch’esso di alcune slides ha concentrato il suo intervento sull’importanza dell’ospedale rispetto al ruolo per il quale originariamente esso è nato, l’assistenza e la compagnia al malato. “L’ospedale è sempre stato il luogo dove veniva accolto il grido dell’uomo: non si può ridurre l’attività dell’ospedale a quella di “aggiustare” alcune parti fisiche e biologiche di una persona, questa concezione è riduttiva”. “Perchè in un ospedale si sviluppi questa consapevolezza ci vuole del tempo e un grande lavoro: un ospedale non è a posto nel momento in cui la sua costruzione viene ultimata”. Achilli ha poi precisato che “l’ospedale nasce dall’unione tra la tradizione ippocratica e quella cristiana: per uno che lavora in ospedale tenere insieme la ragione e la carità è fondamentale ogni mattina quando inizia il proprio lavoro”. Infine Achilli ha accennato tre sfide relative all’ospedale del futuro, che dovrà “essere un luogo di educazione, un luogo di formazione professionale e un luogo di speranza”.
A conclusione dell’incontro Bresciani ha sintetizzato gli elementi a suo avviso più importanti emersi nell’incontro, ricordando che “la sfida più importante sarà quella di costruire ospedali che riescano a stare al passo con i rapidi tempi con cui si sviluppano la medicina e la sanità”.
M.C.
Rimini, 21 agosto 2007