Come conservare, utilizzare e condividere una risorsa così preziosa come l’acqua?

Redazione Web

Rimini, 20 agosto 2024 – Alle 17:00, nella Sala Gruppo FS C2 della Fiera di Rimini, si è svolto il convegno “Come conservare, utilizzare e condividere una risorsa così preziosa come l’acqua?”, organizzato con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, Engineering e APT Regione Emilia-Romagna. L’incontro, introdotto da Lorenzo Giussani, direttore Strategy & Growth di A2A, ha visto la partecipazione di Giuseppe Catalano, capo di Gabinetto della Regione Puglia; Manuela Kron, direttore Corporate Affairs del Gruppo Nestlé in Italia; Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna; Giangiacomo Pierini, direttore Corporate Affairs e Sostenibilità di Coca-Cola HBC Italia; e Andrea Rinaldo, professore di Costruzioni Idrauliche all’Università di Padova.

Giussani ha aperto il convegno sottolineando l’importanza del tema dell’acqua come bene essenziale, evidenziando come in Italia, nonostante l’abbondanza apparente, ci si trovi ad affrontare gravi contraddizioni. «Il nostro è il secondo Paese in Europa per consumi pro capite d’acqua, ma quasi il 50% dell’acqua dei nostri acquedotti viene persa», ha dichiarato, sottolineando che questo spreco rappresenta non solo una perdita economica, ma anche un problema etico e sociale. Il suo intervento ha messo in luce la complessità della gestione delle risorse idriche, che richiede non solo investimenti infrastrutturali, ma anche una revisione delle abitudini di consumo e una maggiore consapevolezza. «Siamo abituati a rincorrere le emergenze», ha concluso Giussani, «ma è fondamentale adottare una visione a lungo termine che ci permetta di pianificare interventi strutturali e prevenire le crisi».

 

Andrea Rinaldo: il cambiamento climatico e l’importanza della gestione integrata

Rinaldo ha sottolineato l’impatto del cambiamento climatico sulle risorse idriche. «Il difetto è nel manico», ha affermato, spiegando che non è solo un problema di tecnologia, ma di approccio complessivo. Il professore ha sottolineato che il cambiamento climatico sta rendendo le precipitazioni sempre più erratiche, con periodi di siccità alternati a piogge intense, un fenomeno che mette a rischio la disponibilità e la qualità dell’acqua. «Il problema vero è il clima, che cambia con una velocità che non ha precedenti nella storia del Pianeta». Nonostante i progressi tecnologici, il vero nodo è rappresentato dalla capacità di adattarsi a un clima che cambia rapidamente. «Dobbiamo guardare anche ad altri fenomeni legati a questi cambiamenti, come la distribuzione dei privilegi e delle risorse», ha aggiunto, riferendosi alla necessità di politiche che tengano conto delle disparità regionali e della giustizia sociale nell’accesso all’acqua. Rinaldo ha concluso il suo intervento ribadendo l’importanza di considerare il ciclo integrato delle risorse idriche, dalla produzione primaria all’uso industriale, evidenziando che solo un approccio olistico potrà garantire una gestione sostenibile dell’acqua nel lungo termine.

 

Il contributo dell’industria: esperienze di Coca-Cola HBC Italia e Nestlé

Pierini ha portato l’esperienza di Coca-Cola HBC Italia, sottolineando l’importanza di un uso sostenibile dell’acqua, elemento cruciale non solo per il business, ma anche per la responsabilità sociale dell’azienda. «Negli anni abbiamo imparato a utilizzare meglio l’acqua», ha spiegato, illustrando come l’azienda abbia investito mezzo miliardo di euro negli ultimi dieci anni per migliorare l’efficienza delle risorse idriche. Uno degli esempi più significativi è il progetto sviluppato in Veneto, dove Coca-Cola ha collaborato con il Consorzio di Bonifica Veronese per la realizzazione di un’area forestale di infiltrazione, un intervento che permetterà di ricaricare la falda acquifera con 800mila metri cubi di acqua. Pierini ha evidenziato come l’azienda si stia impegnando a ridurre l’impatto ambientale dei propri stabilimenti, puntando a raggiungere un bilancio idrico positivo attraverso iniziative di compensazione e riciclo dell’acqua. «Siamo certificati Gold nell’Alliance for Water Stewardship», ha concluso, «ma si può sempre fare di più».

Kron ha confermato l’allineamento dell’azienda con queste politiche. «In Nestlé», ha raccontato «ogni goccia conta». L’azienda ha investito miliardi per ottimizzare l’uso dell’acqua nelle sue filiere agricole e produttive, riuscendo non solo a ridurre il consumo e a proteggere l’ambiente, ma anche a migliorare la qualità dei prodotti e le performance aziendali. Nestlé, come imbottigliatore di acqua minerale, ha inoltre messo in atto strategie per preservare le sorgenti, riducendo il prelievo durante i periodi di stress idrico e collaborando con le comunità locali per garantire l’equilibrio dei bacini. «Nel 2022, durante l’estate caldissima, abbiamo ridotto l’imbottigliamento per non danneggiare le fonti, una decisione presa con unanimità all’interno dell’azienda», ha concluso Kron, sottolineando l’importanza di coniugare efficienza economica e sostenibilità ambientale.

 

Giuseppe Catalano: l’esperienza della Puglia e la sfida dell’autosufficienza idrica

Catalano ha offerto una prospettiva istituzionale sulla gestione delle risorse idriche partendo dalla situazione critica della “sitibonda” Puglia, una regione storicamente arida, priva di fonti proprie e fortemente dipendente da risorse idriche esterne. Il capo di Gabinetto della Regione ha ricordato come la realizzazione dell’Acquedotto Pugliese abbia rappresentato una delle più grandi opere pubbliche del Paese. «La Puglia è una regione che non ha una sola fonte di acqua degna di questo nome», ha affermato, sottolineando l’importanza di investimenti infrastrutturali a lungo termine per garantire l’approvvigionamento idrico. In questo contesto, la Regione Puglia ha avviato una serie di iniziative per ridurre le perdite, migliorare l’efficienza delle reti e promuovere il riuso delle acque reflue, con l’obiettivo di raggiungere una maggiore autosufficienza. «Stiamo lavorando per consentire a tutti i nostri 185 depuratori di affinare l’acqua e restituirla all’uso soprattutto agricolo», ha spiegato, evidenziando la necessità di un intervento pubblico forte e coordinato per superare le carenze infrastrutturali. Catalano ha inoltre richiamato l’attenzione sull’importanza di una gestione sovraregionale della risorsa idrica, non come un bene esclusivo di una singola regione, ma come un bene comune a livello nazionale.

 

Alessio Mammi: la gestione dell’acqua tra siccità e alluvioni in Emilia-Romagna

Mammi ha descritto le sfide affrontate dalla regione, colpita da eventi estremi come la siccità del 2022 e le alluvioni del 2023. «L’acqua è vita», ha dichiarato, sottolineando che una strategia nazionale per la gestione delle risorse idriche è fondamentale per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico. Mammi ha illustrato le azioni intraprese dalla Regione Emilia-Romagna per migliorare la capacità di stoccaggio dell’acqua e per aumentare l’efficienza delle reti, come nel caso del canale Otto Mulini, dove un intervento di riqualificazione ha permesso di risparmiare il 30% dell’acqua utilizzata per l’irrigazione. Ha inoltre sottolineato l’importanza della ricerca tecnologica per sviluppare sistemi di irrigazione più efficienti e varietà di colture più resistenti ai cambiamenti climatici. «Non si tratta solo di rispondere alle emergenze, ma di costruire un sistema resiliente che possa garantire la disponibilità di acqua anche in futuro», ha concluso, richiamando la necessità di un impegno collettivo e di una visione a lungo termine.

In conclusione del convegno, Giussani ha riassunto i punti chiave emersi, sottolineando che l’uso efficiente dell’acqua non solo favorisce la sostenibilità ambientale, ma può anche incrementare la produttività e l’efficienza economica. Ha inoltre evidenziato l’importanza del riciclo e del riuso dell’acqua, nonché la necessità di investire in infrastrutture che permettano di stoccare la risorsa nei periodi di abbondanza per utilizzarla durante le siccità. «Non dobbiamo aver paura di copiare da esperienze virtuose», ha dichiarato, facendo riferimento ai modelli di gestione idrica adottati da Israele. L’incontro si è concluso con un appello alla collaborazione tra pubblico e privato, considerata essenziale per affrontare le sfide future e garantire una gestione sostenibile e equa delle risorse idriche.

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