Collaborazione tra pubblico e privato, chiave per uscire dall’antinomia

Press Meeting

Rimini, mercoledì 22 agosto – “Bisogna ricostruire un’alleanza tra le istituzioni del paese, cosa che è venuta meno. Quando il pubblico si confronta con il cittadini non per affrontare il problema ma per punire, o quando la magistratura aspetta di cogliere in fallo qualcuno per intervenire, non va bene. Dobbiamo cominciare a pensare a una collaborazione preventiva: ci sono casi dove per dei drenaggi si blocca una attività produttiva e si fermano dei mezzi, e questo è inaccettabile. Si blocca il lavoro dove non c’è volontà dell’illecit. Lavorare insieme invece vuol dire collaborare con le prefetture e informare in modo collaborativo”. Sono le parole del presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga al termine della conferenza stampa che si è tenuta, in Sala Ravezzi, Hall Sud, a margine dell’incontro “Benvenuti al Nord”, con diversi presidenti di regione.
Il tema è l’autonomia regionale e la collaborazione tra pubblico e privato, in un momento di emergenza come in particolare dopo la tragedia di Genova, e in relazione all’annuncio dell’attuale esecutivo di portare avanti un piano di messa in sicurezza delle Infrastrutture italiane. “La necessità è riequilibrare il rapporto tra pubblico e privato, modificando quelle regole che in questi anni si sono slabbrate. Ribadisco che i controlli sono fondamentali quando un privato si occupa della cosa pubblica, assieme alla necessità che ci sia maggiore autonomia: solo attraverso la competizione tra i diversi territori riusciremo a uscire dalle difficoltà”, ha commentato Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia.
“Dobbiamo provare a fare un salto di qualità, da padroni a casa nostra a padri. Bisogna avere la responsabilità di esercitare le competenze per fare in modo che i cittadini possano giudicarci e soprattutto per riuscire a produrre servizi migliori ma farlo fin un senso di comune appartenenza e valorizzare autonomie e autogoverno non significa dimenticare il destino nazionale ma portare ciascuno all’interno del nostro paese”, ha invece affermato Ugo Rossi, presidente della Provincia Autonoma di Trento, declinando il titolo del Meeting in chiave autonomista e cercando di mettere al centro del dibattito un rapporto positivo e collaborativo tra pubblico e privato, portando come esempio, come tutti gli altri governatori, la propria esperienza regionale. Offerta, assieme alle altre, come un modello all’interno del quale individuare alcune pratiche virtuose su cui prendere spunto per applicarle a livello nazionale.
“Il tema dominante è capire quel che occorre fare a Genova per rimediare a una ferita che resterà indelebile nelle coscienze, ma che abbiamo il compito di dovere sanare dal punto di vista della pubblica amministrazione, dimostrando efficacia e efficienza, ma anche dal lato della ricostruzione necessaria, quindi di aggiustare una serie di normative e incastri che sono la chiave dello sviluppo più complessivo del paese. La tragedia di Genova è un segnale per lo stato italiano e quindi per l’efficacia della pubblica amministrazione, dove serve un grande piano di investimenti”, ha infine concluso Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, dopo l’intervento tenuto ieri con i giornalisti e proseguito anche in mattinata.

“Stanotte è arrivata parte della relazione tecnica ministeriale che sta accertando la staticità dei tronconi rimasti in piedi, che pongono problemi di tenuta statica ma non comportano rischi immediati perché l’area è stata sgomberata totalmente e interdetta da circolazione umana”, ha raccontato Toti. “Da commissario della protezione civile ho mandato un sollecito a intervenire e presentare alla PA un punto di messa in sicurezza definitivo, oltre che di demolizione del ponte. Se nelle prossime ore autostrade non presenterà a i suoi piani, il sollecito diventerà ingiunzione, e agiremo con i nostri poteri per abbattere il ponte. Ma non è un lavoro facile: nelle prossime ore o giornate si predisporranno i piani. Ho parlato col procuratore di Genova Cozzi, che ha dato ampia disponibilità, ed è d’accordo sul fatto che e le esigenze di salvaguardia sono prioritarie anche su quelle di giustizia”.

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