Domani al Meeting di Rimini saranno protagonisti i Chieftains, la più importante folk band che la Repubblica d’Irlanda abbia partorito, un gruppo di musicisti che sono stati in grado di sopravvivere al mutare delle mode musicali, portando la musica e la cultura del popolo irlandese in tutto il mondo.
Nati a Dublino nel ’62 per iniziativa di Paddy Moloney, in quasi cinquant’anni di carriera i Chieftains hanno cercato di ridare dignità e vigore alla musica celtica e hanno raggiunto lo status di musicisti di riferimento della scena della musica tradizionale, al punto da venir coinvolti in progetti diversissimi dai nomi immortali della scena rock, da Van Morrison a Mick Jagger, da Sting a Luciano Pavarotti. Impermeabili alle lusinghe del rock-stystem, i Chieftains – che hanno pubblicato alcuni mesi fa il loro ultimo cd, San Patricio, prodotto insieme a Ry Cooder, altro nome nobile della ricerca sulle tradizioni musicali – hanno sempre mantenuto saldo il rapporto con le proprie radici culturali e religiose attraverso la musica, che è linguaggio che arriva diretto ai corpi e alle menti. Nonostante la distrazione e l’individualismo che caratterizzano questo momento storico inquieto, tra crisi finanziarie e mancanza di chiare identità culturali, il radicamento e la tenacia di questi cinque artisti celtici sono punti di riferimento per la nuova generazione di musicisti che si accostano con passione all’eredità della tradizione, musicale e non solo, per mantenerla viva.
Paddy Moloney e i suoi compagni di avventure artistiche (Sean Kean al violino; Matt Molloy ai fiati; Kevin Conneff, bodhran e voce; Triona Marshall all’arpa), saliranno sul palco (Fiera di Rimini, Arena D3, ore 21.45) per uno spettacolo che unirà la musica alla danza del corpo di irish-dance, formato dai fratelli Jon e Nathan Pilatzke e dalla protagonista della stapdance dublinese Cara Butler: un concerto che è uno degli eventi clou del Meeting 2011, spettacolo che coinvolgerà il pubblico alla scoperta dell’anima della gloriosa tradizione popolare dell’Isola di Smeraldo, mescolanza di suoni e passi che sono espressione della vitalità e dell’esuberanza, dell’orgoglio e della sofferenza di un popolo.