Chiedo scusa al Signor Gaber

Press Meeting

Un’ora e mezza di spettacolo alternando canzoni, gags e battute: Enzo Iacchetti con lo spettacolo “Chiedo scusa al Signor Gaber” (organizzato con l’omonima fondazione), mercoledì 21 agosto, alle 21.45 nell’Auditorium A5 del Meeting di Rimini, ha dato il meglio di sé rivelandosi un vero mattatore da palcoscenico, ironico e divertente.
Il popolare Signor Enzino ha avuto subito un approccio sincero, diretto con il pubblico che lo ha ricambiato con simpatia ed applausi.
Le canzoni del repertorio gaberiano, alcune molto note, contaminate con brani attuali sono state eseguite da Iacchetti con la Witz Orchestra: Il Riccardo, Com’è bella la città, Benzina e Cerini (testo scritto da Enzo Jannacci), Torpedo blu, L’orgia, La ballata del Cerruti, Po pom, Una fetta di limone (nella versione riveduta degli Ja-Ga Brothers), Barbera e Champagne, Porta romana. Applausi scroscianti per la Witz Orchestra, ovvero Loretta Califra, cantante lirica, e per gli altri componenti d’orchestra, nonché della famiglia, il Tony Soranno (chitarra, vocalist – marito), Fabio Soranno (vocalist e piccole percussioni – figlio) e il bravissimo pianista, ma non parente, Marcello Franzoso.
“Missionario per conto di Gaber” – come si è definito Iacchetti – ha svolto il suo compito fino in fondo. A fine spettacolo si è lasciato andare con un “ma non finisce qui” a sottolineare che l’attività della Fondazione Gaber prosegue con iniziative, sia per fare conoscere la persona e il messaggio di profonda umanità che trasmetteva a tutti il Signor G. sia per realizzare opere di solidarietà e di amicizia per le persone meno fortunate.
Proprio la solidarietà e il bene verso il prossimo è stato il filo conduttore della serata che si è concretizzato con il sostegno a Matteo, bambino affetto da una grave malattia che gli impedisce di muoversi.
Per questo progetto è stato inciso un cd in numero limitato, venduto a termine del concerto, contenente i brani eseguiti e un dvd con le immagini più significative dei concerti già realizzati.

(G.G.)

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