Chi va piano va sano e va lontano: il fenomeno del “turismo lento”

Press Meeting

Rimini, martedì 21 agosto – Il primo incontro della giornata nell’Arena Move to Meet A1 ha visto un confronto su un tema che, ad oggi, interessa non solo gli operatori del settore, ma soprattutto i veri attori del viaggio, i turisti. Marco Piuri, direttore del gruppo FNM, ha guidato un dialogo aperto con Giovanni Bastianelli, direttore Enit, Sergio Emidio Bini, assessore alle Attività Produttive e Turismo Regione Friuli Venezia Giulia e Aldo Patruno, direttore Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia.

L’analisi sul fenomeno del cosiddetto turismo lento si ritrova strettamente collegata ad un tipo di mobilità slow: il viaggio diventa esperienza emozionale a 360 gradi, capace di cogliere gli aspetti artistici, culturali, enogastronomici e di biodiversità che il territorio italiano è in grado di offrire senza soluzione di continuità, chilometro dopo chilometro.

E in tal senso la Regione Friuli Venezia Giulia ha attivato una serie di progetti che – ha sottolineato l’assessore Bini – coinvolgono le realtà del territorio, ma anche i paesi confinanti, Austria e Slovenia, finalizzati alla realizzazione di percorsi ciclabili in grado di valorizzare le risorse presenti.

Anche una regione come la Puglia, caratterizzata dalla presenza di importanti “cammini”, quali la via Francigena o la via Appia, si inserisce all’interno di progetto culturale ed economico finalizzato alla riscoperta del Mezzogiorno. “Il turismo lento – ha precisato il direttore Patruno – diventa un volano per lo sviluppo economico e sociale che porta ad una estensione della stagione turistica, superando il confine prettamente ‘balneare’ del turismo, estendendosi anche ad una internalizzazione dei fruitori”.

Bastianelli ha quindi sottolineato l’importanza di un piano strutturato a livello centrale e locale, affinché il turismo lento sia attuato attraverso differenti modalità. L’Italia intercetta oggi le esigenze di chi la frequenta, di chi vuole provare emozioni uniche, immedesimandosi nella realtà quotidiana di chi vive e abita nei luoghi visitati. “Il turismo lento – ha sostenuto – dovrebbe essere attuato anche nelle grandi città, attraverso percorsi di visita mirati. La spinta sul turismo delle aree interne può inoltre divenire non solo il motore per una ripresa di tipo economico, ma anche per evitare lo spopolamento di aree che meritano la valorizzazione”.

Un importante accento è stato posto da Piuri anche sulla necessità di curare le infrastrutture ricettive dando spazio alla formazione degli operatori per garantire un turismo che sia in grado di creare occupazione qualificata e alta produttività.

La riflessione finale ha coinvolto i relatori sul tema proprio del viaggio: non più un mero lasso di tempo che deve essere forzatamente coperto, ma una vera e propria esperienza viva.

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