Rimini, 20 agosto – «Mettere al centro gli studenti». Con questo messaggio del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, si è aperto l’incontro “Essere Guida”, svoltosi all’Arena Sussidiarietà&Lavoro B1. È stato sottolineata dal ministro, assente per motivi istituzionali, l’importanza di «formare i ragazzi in maniera adeguata, facendoli entrare in contatto con i valori e i principi della nostra Costituzione». Ed in questo processo formativo, che deve aiutare i giovani a comprendere chi sono e dove vogliono andare, ruolo essenziale è sicuramente quello delle guide. «Essere guida» viene ancora ribadito nel messaggio di Bussetti, «può sembrare un impegno oneroso, e certamente lo è. Bisogna avere chiarezza di intenti e dare sempre l’esempio, far parlare i fatti più delle parole. Ma è una sfida stimolante che dobbiamo avere il coraggio di affrontare con attenzione e dedizione».
La figura della guida, nell’immaginario collettivo, è ancora collegata ad una di potere. Come ha invece spiegato Andrea Lecce, executive director Sales & Marketing Privati e Aziende Retail Intesa Sanpaolo, «oggi essere guida significa principalmente essere una persona appassionata». Nelle aziende moderne colui che riesce ad affermarsi è, secondo l’esperienza del relatore, «chi ama, chi coinvolge le persone, chi le attira a sè». Il controllo ed il comando diretto, tipici dello stile che Lecce ha definito “del guerriero”, utilizzato principalmente dai manager d’impresa una quindicina d’anni fa, oggi non funziona più. È importante anche ricordare, come ha fatto Domenico Arcuri, AD Invitalia, «che la guida, è in primis una “persona normale”, che deve imparare a governare il silenzio e che deve fare ogni i giorno i conti con la solitudine».
Ma come si diventa una figura di riferimento, una guida, per un gruppo di persone? Marco Ceresa, AD Randstad Italia, ha sottolineato l’importanza di rimanere umili. Saper ascoltare l’altro, trarre dagli incontri che la vita ci offre ogni insegnamento possibile. È questo forse che troppo spesso ci dimentichiamo nella nostra “scalata verso il successo”. Ed è imparando ad ascoltare e dando sempre la giusta importanza agli incontri, che più facilmente si potrà essere riconosciuti dal gruppo stesso come una vera e propria guida. È Moreno Torricelli, campione di calcio, che pone l’attenzione in particolare su questo punto: «Nello spogliatoio», ha ricordato l’ex Juventus, «la guida è colui che tutti riconoscono come tale. Bisogna prestare attenzione, specialmente in campo, non solo alle parole ma anche ai gesti. Saper cogliere ogni particolare ed ogni dettaglio. Perché, non si può dimenticare, è spesso il gruppo che sceglie la propria guida, che inevitabilmente coinciderà con una persona certamente carismatica, ma anche, e forse soprattutto, in grado di ascoltare e comprendere».
(G.C.)
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