AUTONOMIA: FUTURO DELLA SCUOLA

Press Meeting

Ha introdotto e coordinato l’incontro sul tema: Autonomia: futuro della scuola”, proposto da Diesse in collaborazione con Federazione Impresa Sociale e CdO, Franco Nembrini, presidente della Compagnia delle Opere Educative. “Vogliamo lanciare un appello dal Meeting – ha detto Nembrini –, perché la riforma della scuola, superando la situazione di stallo legata a problemi economici, possa davvero dare respiro al desiderio di tanti. La grande opera pubblica è l’educazione. Non si possono fare riforme a costo zero; si tratta anche di cambiare il modo di gestire le risorse superando la logica statalista”. Questo incontro, ha segnalato ancora Nembrini, è anche il punto di arrivo di una storia recente di amicizia tra persone, di diversa provenienza, che hanno voluto affrontare insieme l’emergenza educazione.
Luisa Ribolzi, docente presso l’Università di Genova, ha quindi illustrato l’origine e il tipo di lavoro fatto dal cosiddetto “gruppo del buon senso”. Ci siamo mossi e abbiamo intrapreso il nostro progetto di lavoro, ha detto la professoressa Ribolzi, “snervati da un continuo ricominciare da capo, nel campo della scuola, e vedendo che, se si abbandona l’abitudine di etichettare le persone, è possibile trovare convergenze interessanti”.
Ha proseguito il discorso Vittorio Campione, esperto di formazione. “Alla base del nostro lavoro c’è la consapevolezza che il sistema scolastico e formativo non può essere un luogo permanente di lacerazione. Abbiamo concordato anche su altri punti: che occorre un grande investimento di risorse reali per la scuola e che, per questo, è necessario anche un largo consenso; che è necessario un grande riequilibrio tra i due piloni, istruzione e formazione, del percorso formativo; che l’autonomia è un punto cardine. Su questi punti abbiamo cercato di lavorare”.
Giuseppe Bertagna, docente presso l’Università di Bergamo, dopo aver ricordato la distinzione di Hobbes tra moltitudine (branchi che si azzannano) e popolo, ha lamentato il fatto che, a riguardo della scuola, sia prevalsa la logica della moltitudine. Ma l’attuale riforma, ha ribadito il relatore, non è contro qualcuno: è la persona che è al centro della preoccupazione educativa. “È chiaro – ha proseguito Bertagna – che non dobbiamo avere, a questo punto, un percorso della formazione anoressico e un percorso liceale bulimico”.
Luigi Bobba, presidente delle Acli, ha individuato come punto cruciale e più innovativo della “riforma Moratti” la duplice articolazione in istruzione e formazione: “Ognuno, infatti, ha caratteristiche diverse e, se obblighiamo tutti a fare la medesima strada, come ci dice l’esperienza, molti cadranno”. Questo è un punto positivo, che ci propone delle sfide e che deve essere applicato con saggezza. Bobba ha lanciato anche questa domanda: “Perché, se si riconosce lo sconto fiscale alle imprese (Tremonti bis) e la detrazione delle spese per il cane, non è possibile detrarre le spese formative”?
Paolo Ferratini, della rivista “Il Mulino”, docente ed esperto di formazione, ha osservato che la logica della “moltitudine”, indicata da Bertagna, ha riguardato entrambi gli schieramenti politici e ha segnalato che, nel cambiamento dei Governi, l’unico elemento di continuità è stato il principio dell’autonomia. Ma sono necessarie delle condizioni perché l’autonomia venga effettivamente attuata. “È mancato il coraggio – ha detto Ferratini – di attribuire l’autonomia finanziaria e possibilità reali di gestire il personale. Se non si attribuiscono, come in altri Paesi, poteri di scegliere il personale, non si realizzano l’autonomia e l’identità delle scuole”.
Roberto Maragliano, docente presso l’Università di Roma, ha sottolineato che il lavoro e l’elaborazione comune si sono tradotti in un pamphlet (che verrà messo in rete entro la fine di settembre): “Quello che abbiamo cercato di fare è un contributo intellettuale, non un’operazione politica”. Per superare una logica di contrapposizione, letale per la scuola, è necessario uno sforzo intellettuale; come è necessario recuperare anche “temi ovvii”, che la politica non riesce a considerare. “Per noi, ad esempio – ha proseguito Maragliano – è una cosa ovvia che si debba arrivare all’abolizione del valore legale del titolo di studio, ed è una priorità:, un’altra cosa è il problema dei tempi entro cui arrivarci”.
Sia Maragliano, che Luisa Ribolzi hanno sollecitato i presenti a far pervenire le loro osservazioni sui risultati del gruppo di lavoro che appariranno sul web.
“Incalziamo le riforme e la politica”, ha concluso Nembrini, “il Paese non può più aspettare. Il popolo del Meeting, in tema di scuola, riafferma anche che va difesa fino in fondo la libertà: la libertà delle famiglie di educare e di investire sull’educazione”.

V.C.
Rimini, 28 agosto 2003