Attaccato alla vita. Frammenti della grande guerra. Spettacolo teatrale con Ugo Pagliai

Press Meeting

In scena per il Meeting il 27 agosto al Teatro Novelli (biglietto intero 10 euro, ridotto 8 euro) Ugo Pagliai interpreta Ungaretti e Lussu, con Giulio Giurato al pianoforte, per la regia di Roberto Ravaioli.
Sullo sfondo un grande schermo, sulla scena la grande guerra. I racconti realisticamente spogliati di ogni retorica guerresca di Lussu in “Un anno sull’altipiano” e le immagini d’epoca faranno rivivere la vita di trincea, l’odore dell’alcol per sfidare la morte, la precarietà del quotidiano. In questa devastazione, il cuore non cessa di sperare e gridare. Come steli tra le macerie, i versi di Ungaretti perforano come fosse dilavata, prosciugata roccia carsica la notte dell’anima, esili e inarrestabili. Il poeta vuole farci capire la tristissima consapevolezza dei limiti dell’uomo, della fragilità di ogni cosa esistente, ma nel contempo il profondo desiderio che l’uomo ha di superare questi limiti, di giungere all’assoluto, al perfetto, a Dio, forse. Come nei versi di “Dannazione”, resta una domanda fondamentale per l’uomo, con cui si chiude lo spettacolo: “Chiuso tra cose mortali (anche il cielo stellato finirà). Perché bramo Dio?” È la nostra specificità umana, che ci eleva al di sopra di tutte le altre creature, ma anche la nostra condanna. La poesia, infatti, si intitola “Dannazione”. Se al di fuori di me tutto è evidenza di morte, da dove mi viene questo desiderio, questa consapevolezza, questa brama? Dove ha origine questa speranza? Ecco la dannazione. Qui Ungaretti esprime drammaticamente tutto il tormento dell’uomo in ricerca di Senso. Constatando che un giorno tutto avrà un termine, forse non esprime tanto la ricerca di un perché, quanto il desiderio, la nostalgia di quell’unico che resisterà nel nulla: Dio.
Apparso per la prima volta in Francia nel ‘38 e poi da Einaudi nel 1945, “Un anno sull’altipiano” viene considerato ancora oggi una delle maggiori opere della nostra letteratura del Novecento. In Lussu soprattutto spicca la dignità, la capacità di sopportazione e l’umanità dei soldati semplici: i “poveri diavoli” che pagano le spese di scelte politiche e militari irresponsabili. La sua opera è riconosciuta come una delle più belle e potenti tra tutte quelle ispirate dalla Grande guerra in Italia e all’estero.
(M. T.)

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