Rimini, sabato 25 agosto – “L’innovazione non è necessariamente fare qualcosa di nuovo, ma guardare in modo nuovo”. Stefano Gheno, vicepresidente Cdo Opere Sociali, introduce così l’incontro in Arena Cdo for Innovation A5/C5 delle 15, presentando poi i tre relatori: Sandra Poletto, fondatrice del Progetto Camplus Mind – Mad In Design; Emanuela Ciroldi, direttrice artistica della Cooperativa Il Nazareno; e Jonathan Ziella, membro di Cura e Riabilitazione. I tre, attraverso il racconto della loro esperienza, testimoniano che la diversità dei ragazzi disabili può e deve essere una risorsa incredibile, soprattutto in ambiti come l’arte, il design, il teatro, dove la creatività non solo è richiesta, ma rende ogni lavoro speciale.
Emanuela Ciroldi: “Per cogliere il bello bisogna stare bene. La cooperazione con la bellezza permette una relazione sana col mondo. Grazie alla Cooperativa Il Nazareno i ragazzi possono far parte di tante iniziative di varia natura, prima fra tutte il Festival che si tiene annualmente”.
Sandra Poletto illustra il progetto che sta portando avanti, nel quale rimoderna e abbellisce le abitazioni di malati psichici avvalendosi del loro aiuto. “È un progetto innovativo partito dal rapporto con i pazienti. Creiamo un percorso personalizzante e personalizzato, terapeutico, di crescita, durante il quale il paziente si riappropria del suo spazio”. Soffermandosi in particolare sulla storia di Rosy, una paziente che sfogava le sue angosce contro una parete della camera, racconta come dopo il lavoro svolto insieme “quel muro che prima era il simbolo della sua vergogna, è diventato un luogo a cui appoggiarsi, su cui posarsi, al quale può consegnare la sua fragilità”.
Per ultimo interviene Ziella: “Ho scoperto che anche le persone con disabilità psichiche hanno ragione e libertà”. Viene proiettato un video sul suo ultimo progetto teatrale con i ragazzi disabili, che ha attirato più di diecimila spettatori paganti, intitolato I MiserAbili. Uno dei trentacinque pazienti coinvolti dice: “Morire non è nulla, il brutto è non vivere”. Ziella esprime la sua intenzione di “non fare della terapia, ma fare teatro. La loro ferità è diventata quel di più perché il loro personaggio si esprimesse con sincerità. Questi ragazzi hanno un modo incredibilmente sincero di non nascondere i propri limiti, e proprio per questo ne fanno una risorsa”.
Conclude Ciroldi con una citazione di Italo Calvino: “Quando ci si trova all’Inferno, due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.