Aperitivo con Paolo Cevoli

Press Meeting

“Un giovane comico che il pubblico del Meeting conosce bene”, ha detto Walter Gatti introducendo Paolo Cevoli, in un affollatissimo incontro-aperitivo allo Spazio Piscine Ovest. “Nei suoi spettacoli ha sempre parlato di storie di personaggi che vedono la storia dal limitare della storia, da una posizione particolare”.

“Uno spettacolo certamente legato al tema del Meeting – sottolinea il popolare comico romagnolo – ma si potrebbe dire anche al contrario “Tu sei un rompicoglioni per me…”. Chi è un’artista? Forse chi nella sua ‘ignorantezza’ capisce cose che nessun altro potrebbe capire. È il terzo personaggio che faccio al Meeting dopo il cuoco deIl’Ultima Cena e il sosia di Mussolini. Ho voluto raccontare storie dal basso, quando ci sente ‘piccolini’. La televisione un po’ rimpicciolisce, ma io non ho problemi…”.

“Come fai a non dimenticare mai neanche una battuta in un monologo che dura anche un’ora e quaranta?” “Non ho fatto scuola d’attore, sono nato tale così come sono. Certo per lavorare bene bisogna avere un certo metodo. È l’ignorantezza’ quella che ci fa vivi, poi comincio. Vado sul palco così. Ho iniziato come cameriere. Mi piace rappresentare personaggi in cui si vede la nobiltà dell’essere ultimi. Faccio attenzione a scrivere una storia che possa stare in piedi. L’uomo ha da sempre bisogno di storie, che si parta da un punto A si arrivi ad un punto B. Perché i bambini vogliono sentire delle storie?”.

”Allora, parafrasando Dostoevskij, si potrebbe dire che è l’ignorantezza che salverà il mondo?”, aggiunge Gatti. “È quella cosa che ti fa vedere che le cose si possono mettere a posto, la ‘provvidentezza’ come diceva Manzoni. Anche il Meeting fa la 37^ edizione. È nato con l’ignorantezza anche lui”.

Anche il pubblico gli rivolge domande “ma tu ci fai o sei?”, “Cosa si prova a fare il comico?” Alla domanda di Gatti “quali persone con cui hai lavorato ti hanno colpito di più?”, risponde: l’umanità, la voglia di mettersi in gioco di Valentino Rossi, l’impegno, la grande applicazione nel lavoro di Claudio Bisio. “La televisione dà una grande popolarità. Qualche tempo fa una signora che mi guardava mi ha chiesto se ero Montalbano. “Certo che sono Montalbano, ho risposto, non si sente dalla parlata?”.

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