Rimini, domenica 19 agosto – Arriva dal presidente dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavo-ro Maurizio Del Conte la richiesta al Governo di un tavolo di lavoro, meglio di veri e propri “stati generali” delle politiche per l’occupazione, con cui affrontare il problema della ricerca di lavoro in Italia. Un appello a cui ha subito risposto positivamente Alessandro Ramazza, presidente di Assolavoro, l’associazione che raccoglie tutte le agenzie private per il lavoro italiane. È quanto emerso oggi durante l’incontro “Le politi-che attive per il lavoro”, svoltosi nello spazio MeshAREA TALK Intesa Sanpaolo B1e introdotto da Massimo Ferlini, presidente di Formaper.
“Il bisogno di lavoro e come riuscire a soddisfarlo è un argomento da sempre al centro della riflessione di ogni edizione del Meeting”, ha spiegato Ferlini, ricordando l’imprevista assenza al dibattito del sottose-gretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Claudio Durigon, per un inconveniente di salute. “Proprio di questa mattina è una foto arrivata dal nostro primo incontro della giornata ed in cui l’Italia è ancora una volta spaccata in due – ha continuato – Il 55% di chi cerca lavoro lo fa rivolgendosi alle agenzie pubbliche e private, il 45% lo fa attraverso amicizie e relazioni. I primi troveranno un’occupazione qualifi-cata e con un buon salario. I secondi avranno stipendi molto bassi e impieghi a bassa professionalità.”
Ed è in questo scenario che operano centri e agenzie per l’impiego. Le strutture private in Italia contato 80 agenzie con 12mila operatori sparsi nelle 800 sedi, con 2.500 filiali, presenti su tutto il territorio nazionale. Queste due realtà sono tra di loro complementari e per questo devono cooperare, con regolamentazioni e strumenti unici, per la diminuzione del gap occupazionale tra Nord e Sud, hanno comunemente sottoli-neato Del Conte e Ramazza. Per questo, la costruzione di un modello unico nazionale per le politiche attive sul lavoro dovrà rendere omogenee scelte e norme regionali e locali, e riuscire ad incrociare la domanda e l’offerta d’impiego presenti in ogni ambito lavorativo e territoriale.
E i due relatori concordano anche su un non più rinviabile raccordo tra formazione professionale e bisogni del mondo del lavoro. Ricordano come nel Triveneto e In Emilia Romagna l’industria manifatturiera non trovi dai 300mila ai 500mila addetti in grado di operare con nuovi macchinari e tecnologie. Come in Italia il rapporto tra i fondi UE stanziati per formazione e riqualificazione e quelli effettivamente spesi dalle nostre regioni, presenti un incredibile percentuale di 1 a 100. Un gap da superare con procedure più snelle, meno intoppi amministrativi e maggiore velocità nel rispondere alle richieste delle imprese. Soprattutto allargando e rendendo più efficiente il modello educativo duale di alternanza scuola-lavoro. Nei paesi dove ciò accade, l’occupazione è più alta e i giovani entrano nel mondo del lavoro subito dopo la fine del ciclo di studi. Evento molto raro in Italia.
(M. B.-C.B.)