Andrej Sinjavskij: “Pensieri improvvisi con ultimi pensieri”

Press Meeting

Si è conclusa alle 21.45 nell’Eni caffè letterario salone A3 la sezione “Invito alla lettura” della seconda giornata del Meeting. A tema una riedizione Jaca Book: i “Pensieri improvvisi con ultimi pensieri” di Andrej Sinjavskij. Intervengono Giovanna Parravicini di Fondazione Russia Cristiana e lo scrittore Luca Doninelli. Introduce Camillo Fornasieri, direttore del Centro culturale di Milano.
La breve (e utile) introduzione di Camillo Fornasieri rievoca l’incontro di quest’inverno al Cmc di Milano con Iegor Sinjavskij, figlio del grande scrittore, e contestualizza l’attuale riedizione: uscito per la prima volta nel 1967, unito oggi agli inediti “Ultimi pensieri”, il testo è sbarcato quest’inverno al Salone del libro di Torino.
Parravicini tratteggia, dando pennellate veloci sull’animo dell’autore, il contesto storico in cui è avvenuta la stesura del libretto composto da Sinjavskij poche settimane prima del suo arresto e spedito oltrecortina agli editori con lo pseudonimo di Abram Terz. Sentendo che il cerchio andava stringendosi – dice l’autore nella prefazione alla seconda edizione del ‘77 – “l’intendimento fu di lasciare di me stesso almeno questi rapidi appunti, capaci di definire i punti estremi della mia coscienza, quasi le sue coordinate, quelle entro le quali ero vissuto e avevo lavorato fino a quel momento”. “Una ricerca spasmodica dell’aria da respirare – aggiunge Sinjavskij – gli estremi tentativi di un uomo di dire sino in fondo ciò che non ha detto in vita”.
La ricercatrice di Russia Cristiana sottolinea che questa concezione della cultura come “aria da respirare” è uno dei maggiori doni al XX secolo da parte della cultura sovietica. “Per noi occidentali arte e cultura sono un abbellimento, per il contesto sovietico è più immediata la percezione di essi come punto emergente dell’io”.
Il processo farsa “Sinjavskij–Daniel”, sopraggiunto alla fine del 1965, conclusosi con la condanna a sette e cinque di lavori forzati nei gulag, “svelò il volto convinto dell’ideologia contro la persona e segnò i dibattiti culturali e sociali degli anni a seguire”. Quel processo, aggiunge Parravicini, fu come un punto di non ritorno, perché i due imputati, benché condannati, ingaggiarono una discussione col potere (cosa mai accaduta prima) avente a tema l’uomo, la sua libertà e ciò per cui è fatto. Per la prima volta fu chiaro agli occhi dell’opinione pubblica quali erano i veri vincitori. “Il paese – aggiunge la studiosa – prese coscienza che si trattava di un processo politico contro la libertà di espressione. Fu l’impulso definitivo verso la nascita di un movimento in difesa dei diritti umani”. Così come per Solzenicyn e, successivamente, con il famoso fruttivendolo di Havel, “comincia ad apparire possibile una reale scoperta dell’io e del suo valore che smaschera la realtà fatta di cartone”.
Ma cosa esprimono i Pensieri improvvisi? Che cosa è quest’aria da respirare che si brama spasmodicamente? Giovanna Parravicini lo fa dire all’autore stesso: “Nei Pensieri si registra la vita, in tutte le sue contraddizioni, in tutte le sue falde in termini di stupore e meraviglia. Ad esempio lo stupore davanti alle idee eccellenti che vengono in mente a uno che vive da scemo, oppure la meraviglia per la ragazza ributtante, al pensiero che Dio la preferisce”. Uno stupore, che è frutto del superamento dell’apparenza e che sa guardare a tutta la realtà. Fino al suo fondo. “Il peccato più grave – dice infatti Parravicini – è la censura che l’uomo fa di se stesso e di questa sua natura infinita”. E conclude: “Sinjavskij ha questa capacità di vedere il quotidiano attraversato da un raggio che lo abbraccia”.
“Il lavoro che Jaca Book ha fatto in quegli anni – aggiunge Doninelli – è stato incredibile. Si muovevano sulle tracce di personaggi sconosciuti, guadagnandoci pochissimo. Rischiando così, però, ci hanno fatto conoscere una quantità esorbitante di autori”. Proprio questi autori “ci spingono a scoprire cosa vuol dire cercare di trovare in quello che facciamo uno spazio di libertà, ci hanno consegnato un rapporto originale con la realtà.”
(M.G.D’A.)

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