Alternanza scuola-lavoro: l’esperienza che fa scuola

Press Meeting

L’alternanza scuola – lavoro, una delle novità introdotte dalla legge 107/2015 (La Buona Scuola), è stata al centro di un incontro tenutosi alle 19 in Sala Neri CONAI. Come ha infatti spiegato Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e moderatore, l’iniziativa si segnala come particolarmente coincidente col tema del Meeting. “Dire ‘tu sei un bene per me’ è proprio dell’educazione, che consiste nell’aprire possibilità ai giovani”.

A discutere dell’articolazione e delle possibilità dell’alternanza scuola – lavoro sono stati invitati rappresentanti di importanti aziende impegnatesi nel progetto. Emilia Rio è Direttore delle Risorse Umane del gruppo A2A e Rappresentante del Consorzio Elis: quest’ultimo, ampliando la sua attività di professionalizzazione di ragazzi nelle periferie romane, ha voluto riunire quaranta aziende che si mettessero a disposizione per la formazione degli studenti. “Ognuna delle imprese riserverà ai ragazzi l’1 per cento della sua forza lavoro. Per A2A è stato il modo più concreto per realizzare quel dialogo con territorio e ambiente che era nel nostro piano strategico”.

La Fondazione Golinelli è da anni in prima linea nell’offerta di una formazione professionale agli studenti. Il Fondatore e Presidente onorario Marino Golinelli ha spiegato di essere stato mosso “dal desiderio di restituire alla società una parte di quella fortuna che ho avuto con la mia azienda farmaceutica internazionale: per me è un dovere civile. L’obiettivo della Fondazione è dare ai giovani la stessa possibilità di creare la loro fortuna, innanzitutto orientandosi saldamente verso un futuro diventato imprevedibile. Perciò – ha continuato – abbiamo creato l’Opificio, una cittadella dove ragazzi di tutte le età, con i loro docenti, possano ampliare le loro conoscenze in vari campi del sapere. Inoltre, particolare successo riscuotono anche i nostri laboratori territoriali, in cui, col supporto del MIUR, prepariamo gli studenti a collaborazioni con aziende e università. E nel far ciò non dimentichiamo – ha concluso – di educare ad educare, formando anche i docenti”.

Maximo Ibarra, Amministratore Delegato di Wind Spa, ha ribadito l’urgenza di avviare i ragazzi a un diretto confronto col mondo del lavoro. “Nel nostro paese il 35% dei giovani tra i 20 e i 24 anni non studia e non lavora. Capiamo dunque che l’alternanza scuola – lavoro è ormai indispensabile, per i ragazzi ma anche per la scuola e le aziende. Queste ultime – e in particolare quelle che si occupano di comunicazione, come la mia, hanno bisogno dello sguardo e della capacità di decodificare i fenomeni che solo i millennials hanno. Peraltro – ha osservato – anche la scuola non può più mantenere il tradizionale approccio nozionistico, ormai antistorico, né impartire la stessa educazione a tutti, senza valorizzare i talenti di ciascuno. Tantissimi ragazzi, se stimolati nelle loro passioni, potrebbero liberare la loro creatività. Ed è questo che puntiamo sull’alternanza scuola – lavoro, permettendo agli studenti di fare esperienze diverse – magari anche solo per capire cosa non vogliono fare – e in periodi, come quello estivo, in cui sono inattivi”.

Anche l’Enel può dirsi tra i precursori dell’alternanza scuola – lavoro. Come ha spiegato il Responsabile delle Risorse Umane e Organizzazione per l’Italia, Bernardo Quaranta, “già dieci anni fa abbiamo creato dei corsi di apprendistato professionale, perché osservavamo che la preparazione ricevuta a scuola dai nostri neoassunti non era sufficiente ad intraprendere il lavoro aziendale, soprattutto con il progredire delle tecnologie digitali. Ma tale apprendistato necessitava di tre anni. Perciò nel 2014 abbiamo deciso di investire sulla formazione di ragazzi già durante il secondo biennio della scuola superiore. Abbiamo così dato l’opportunità a studenti di alcuni istituti di lavorare con noi – un giorno a settimana durante l’anno scolastico e poi a tempo pieno in estate – confrontandosi direttamente coi nostri operatori e con tutor aziendali. L’iniziativa ha avuto grande successo, perché i ragazzi hanno visto messe in pratica le cose studiate, e nel 2016 la riproporremo. Riteniamo – ha concluso Quaranta – di aver fatto nostro il tema del Meeting. A fronte del pregiudizio sulla lontananza tra scuola e azienda, abbiamo voluto favorire un incontro che supera gli stereotipi”.

L’esperienza del superamento della dicotomia tra scuola e lavoro è stata indicata anche da Gabriele Toccafondi, Sottosegretario di Stato del Miur, come punto di forza dell’alternanza scuola – lavoro. “Già da studente avevo sperimentato questo pregiudizio, quando avevo deciso di iscrivermi ad un istituto tecnico. Da sottosegretario, poi, ho visitato moltissime scuole – specie istituti tecnici e professionali, per i quali ho la delega – e ho constatato quanto scarse fossero le possibilità offerte ad esse dallo Stato per creare un rapporto col mondo del lavoro, pur desiderato da studenti e professori. Invece – ha sostenuto Toccafondi – la scuola dev’essere un percorso di esperienza. Ma per far ciò servono adulti capaci di rispondere alle domande dei ragazzi e di guidarli nella scoperta del mondo. In tal senso, varando l’alternanza scuola – lavoro, il nostro governo non ha fatto che raccogliere l’eredità delle botteghe rinascimentali. La novità da noi introdotta è stata rendere obbligatorio questo percorso, solo facoltativo nelle ultime tre riforme della scuola e di fatto mai realizzato. Noi abbiamo voluto, invece, sostenerlo con forza – anche economicamente – perché lo riteniamo utile per i giovani. È un cambiamento culturale notevole e difficile”, ha concluso, “ma è scuola a tutti gli effetti, con una metodologia differente. E quindi non ci fermeremo all’alternanza scuola -lavoro, ma finanzieremo anche i laboratori territoriali e l’apprendistato professionale”.

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