ADESSO: DELLA FAMIGLIA E DEL GUSTO. PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Press Meeting

Il tradizionale incontro riminese del Club di Papillon è stato dedicato alla presentazione di questo libro-agenda per i 365 giorni dell’anno, edito da Comunica, che rappresenta, ha sottolineato Paolo Massobrio, una sorta di svolta per il movimento di consumatori nato sei anni fa al Meeting e ormai consolidato a livello nazionale. Sono intervenuti alcuni degli autori, come Elena Notari, ingegnere di ricerca CNRS, l’agronomo Maurizio Lega, Barbara Ronchi della Rocca, storica dell’estetica gastronomica, Giovanna Ruo Berchera, maestra di cucina, il giornalista esperto di vini Marco Gatti: insieme a loro Monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, “l’unico vescovo – ha ricordato il noto enogastronomo – che è entrato a far parte del Club di Papillon, e che ha fatto entrare la nostra idea del gusto dentro l’Università Cattolica”.
“Siamo partiti dalla suggestione di un racconto di don Giussani, quando ricordava che suo padre, pur essendo di umili condizioni, pagava la domenica dei musicanti per portare la bellezza dentro la sua famiglia. Oggi il pallino di portare la bellezza è in mano nostra”. Massobrio ha poi ricordato Claudio Chieffo. “Mi fermò una sera al Meeting mentre offrivamo delle degustazioni e mi chiese: se don Giussani venisse a casa tua, tu che vino gli offriresti? In cambio della risposta volle dedicarmi una canzone che diceva: ‘quando verrai a casa mia aprirò il vino nuovo, prenderò la tovaglia più bella’. È il Signore che viene, a cui mostrare la bellezza che abita nella tua casa, nel tuo cuore. Il posto a tavola è stato inventato nei monasteri, con un’attenzione rivolta soprattutto alle esigenze del vicino: manca il sale?; manca l’acqua? Pensate se nelle nostre case ci fosse quest’attenzione”.
Il gusto, ha sottolineato monsignor Luigi Negri, è fattore eminente della bellezza. La parola determinante è “cultura” che, come diceva don Giussani, significa la coscienza critica e sistematica dell’esistenza, anche quando si mangia, si ride, si piange,
“L’uomo è un’unità che ha una varietà infinita, è l’anima segreta della diversità, che si raccorda misteriosamente con l’unità. Ho percepito con ‘Papillon’ un’intuizione fondamentale: che nulla può sfuggire alla verità: altrimenti non è verità, e come scrisse San Paolo ‘non è salvato’”. È una lettura critica anche della dimensione dell’uomo esaltata dalla modernità, rivolta solo alla ragione. “E il sentimento, l’affetto, il gusto della bellezza? È un uomo che si annulla, di cui si perde l’unità, che non è una somma, ma un valore diverso. La cultura dell’individualismo esasperato, ricordava Giovanni Paolo II è “cultura della morte’. Dobbiamo recuperare il cammino vero della vita, andando verso il mistero, verso il senso profondo della realtà, che fa vivere, che illumina tutti i particolari nella maniera giusta. Così l’uomo legge tutto come segno del mistero”.
M. T.
Rimini, 19 agosto 2007