Rimini, 25 agosto 2015 – “Perché una biografia ‘non autorizzata’?” – queste le prime parole di don Stefano Alberto, docente di teologia all’Università cattolica di Milano, in sala Poste italiane C2 alle 11.15. “Siamo qui per imparare dalla vicenda umana e religiosa di un uomo senza censurare le diversità”. Alla domanda ha risposto Joseph Weiler – ormai conosciuto da tutto il popolo del Meeting – raccontando del grande Re Davide che ha mandato a morire il marito di Betsabea per poterla sposare.
Weiler propone il paragone tra Davide e Abramo: entrambi grandi leader ma carenti nella vita famigliare. Analizzando il testo della Genesi si narra che Abramo va in Egitto a causa di una carestia. Nella prima frase Weiler nota che manca la parola “amore”, c’è un grande rispetto per la moglie ma è carente l’aspetto affettivo. Nell’episodio del Faraone, Sarai è disposta a sacrificarsi per salvare la vita ad Abramo, facendosi passare per sua sorella. Per capire la condotta di Abramo, il giurista chiede al pubblico una possibile interpretazione del comportamento del patriarca, perché “non è tanto la bugia che ci offende ma il suo comportamento”.
La condotta di Abramo, però, ha fatto osservare Weiler, è più complessa da capire. La bugia si ripete anche nella terra promessa con il re Abimelech. Ad Abramo faceva comodo perseverare nella menzogna per accrescere le sue ricchezze. “Nessuno tranne Dio è perfetto – è il commento – Abramo è un uomo pieno di difetti”. Si passa poi all’episodio del sacrificio di Isacco, dove Dio mette alla prova Abramo. “Qual è il senso di questa prova? – ha proseguito Weiler – Dio ci ha creato con la facoltà di scelta morale, gli possiamo dire sì o no”. Attraverso la prova Abramo cambia, diventa una persona diversa: l’alleanza fra Dio e Abramo viene rafforzata da questa prova di fede. Il patriarca ha impiegato tre giorni per decidere se accettare o no la prova, per sottolineare il fatto che lui non subisce ma è pienamente consapevole di quello che sta per fare.
Nel proseguire il suo ragionamento Weiler cita l’episodio di Sodoma e Gomorra, in cui Abramo sa protestare davanti a Dio, non vuole che vengano distrutti degli innocenti. Perché – si chiede – non ha protestato quando Dio gli chiede suo figlio che è innocente? Abramo non obbedisce ciecamente ma ha piena fiducia nella promessa fatta da Dio, la fede nell’Alleanza, in questo nuovo rapporto che si viene a creare: una familiarità tale per cui Dio mette alla prova Abramo ma anche Abramo mette alla prova Dio. Abramo ha piena fiducia nell’Alleanza: “Io sono pronto a fare questo sacrificio massimo perché ho la massima fiducia in Te” ed è qui che Dio interviene. Così però i termini sono rovesciati, perché ora anche Dio è messo alla prova da Abramo: “Vedi quello che sto facendo? Ora sta a te!” In questo modo l’alleanza si rinnova in maniera reciproca. “Nella Bibbia tutto ha un significato – conclude Weiler alla fine della sua riflessione – tutto va letto con attenzione”.
Infine Stefano Alberto ricorda che Avramo viene ricordato quotidianamente nella recita delle preghiere del Benedictus (“del giuramento fatto ad Abramo nostro padre”) e del Magnificat (“ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre”). La mancanza di Dio, che il nostro cuore avverte, è il segno che Dio vibra del suo bisogno del nostro “Si” di uomini liberi amanti di Lui.
(D.P., A. Cap.)