A Te come Te

Press Meeting

All’inizio della storia del Meeting nel 1980 ci fu Giovanni Testori, e tre suoi articoli scritti tra il 1979 e l’80, legati da un filo preciso, la violenza sulle donne. L’omicidio di una bambina, un matricidio, e infine la richiesta che lo scrittore fa allo Stato di una legge che difenda le donne dalle violenze, sono il filo conduttore di “A te come te”, lettura scenica” da un’idea di Gabriele Allevi e Luca Doninelli.
Lo spettacolo, con la voce di Ermanna Montanari, il canto di Michela Marangoni e Laura Redaelli, e la regia di Marco Martinelli, sarà in scena per il Meeting giovedì 22 agosto alle 21.45 al Teatro Novelli. Una co-produzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, deSidera Festival, in collaborazione con Bergamo Candidata Capitale Europea della cultura 2019. L’attualità del drammatico tema con i nostri tempi pieni di cronache tragiche fa rabbrividire.
“Testori è per noi sempre un autore di riferimento fin dai tempi dell’adolescenza”, sottolinea il regista Martinelli, ponendo in evidenza i motivi della scelta di queste pagine “dolenti e profetiche” della scrittura giornalistica di Testori. “La suggestione ce l’ha data Luca Doninelli. Conoscevamo in effetti molto meglio il Testori drammaturgo e invece questo testo ci ha colpito nel profondo; il suo sguardo analitico, capace come un bisturi di entrare nella società, e di inserire sempre uno sguardo di grande pietà rispetto alla creatura umana”.
Una consonanza profonda quella di Testori con il Teatro delle Albe. “Nacque con quel Macbetto che vedemmo quando eravamo al liceo, e dal quale uscimmo come da un terremoto”, dice Martinelli. “Da allora Testori fa parte del nostro quotidiano, ci accompagna, ma aspettavamo l’occasione giusta. Abbiamo sentito sempre con profondità che il teatro è ancora un mistero, luogo dove è possibile sperimentare il sacro, carne che s’interroga, mistero che ci attraversa, il più lontano possibile da un teatro di facile ‘gastronomia’, come diceva Brecht”. Un filo preciso, quello di tre storie di femminicidio, “che vuol essere richiamo ad una responsabilità collettiva della società”, sottolinea la protagonista Ermanna Montanari.
“Già più di 30 anni fa Testori ne parlava come un punto di non ritorno per la società, e nel 1971 si chiedeva se si poteva fare una legge per difendere le donne”, prosegue Montanari. Non basterà una legge, un decreto, “è una questione antropologica, culturale, quello della violenza maschile. Non dobbiamo avere una visione ‘zuccherosa’, nostalgica, di intellettuali come Testori, come Pasolini, di come scrivevano. Ma essere combattivi come loro lo erano, pur in un contesto così cambiato”.

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