“… A che tante facelle? La Via Lattea tra scienza, storia e arte”

Press Meeting

“La domanda di Leopardi – introduce Elio Sindoni, docente di fisica all’Università di Milano – è stata scelta a titolo di questa Mostra, curata dall’Associazione Euresis”. Sindoni presenta poi i relatori che partecipano all’incontro: Marco Bersanelli, docente di astrofisica all’Università di Milano e presidente di Euresis, Francesco Bertola, docente di astronomia all’Università di Padova, accademico dei Lincei, autore del volume “Via Lactea”, e Davide Maino, ricercatore di astrofisica, curatore della Mostra. Prima di dare la parola agli intervenuti, Sindoni ricorda che questa Mostra potrà essere esposta anche nelle scuole in una versione ridotta che è stata appositamente approntata.
Bersanelli si è soffermato all’inizio del suo intervento proprio sulla domanda di Leopardi. “La nostra Galassia, la Via Lattea, è enormemente grande, contiene 200 miliardi di stelle. Già Leopardi era consapevole della grandezza del mondo, pur non avendo i mezzi tecnologici di oggi. Le sue erano – continua Bersanelli – domande sul soggetto, domande che si attaccano alla radice della nostra esistenza. La preoccupazione di questa Mostra non è rispondere innanzitutto alle domande di Leopardi, perché si tratta di una Mostra prettamente scientifica. Tuttavia, vogliamo mostrare che l’indagine scientifica non è nemica della domanda di significato”. “Oggi – ha concluso – sappiamo molto della Via Lattea, anche dell’esistenza di un buco nero al suo centro. Forse questa conoscenza ha rotto l’incanto? La domanda di senso è stata per questo svuotata? In realtà la scienza ci consente una conoscenza che nulla toglie a questa domanda di senso”.
Bertola ha tracciato, mediante la presentazione di immagini pittoriche, il percorso storico-artistico della Mostra, dai miti dell’antichità ad oggi, soffermandosi particolarmente a chiarire l’origine del nome attuale “Via Lattea”, che nel corso della storia e nelle diverse culture e tradizioni ha assunto denominazioni differenti, ma pur sempre legati all’idea di cammino, di strada da percorrere. A conclusione del suo intervento, Bertola ha riconosciuto che purtroppo l’inquinamento luminoso di oggi non consente se non in condizioni particolari di osservare la Via Lattea, lanciando un invito ad un uso razionale dell’illuminazione, specie nelle grandi città, per poter godere ancora dello spettacolo del cielo stellato.
Maino ha infine commentato l’aspetto più prettamente scientifico della Mostra, facendo vedere, attraverso una serie di immagini astronomiche, i progressi fatti dall’uso dei primi cannocchiali di Galilei all’utilizzo del telescopio spaziale. Ha tracciato poi una “carta di identità” della nostra Galassia, mostrando come il nostro Sistema Solare si trova in una zona particolarmente favorevole: condizione che insieme ad altre rende possibile la vita così come si è sviluppata sulla Terra.
Sindoni, a conclusione dell’incontro, ha illustrato il percorso espositivo della Mostra, che ha la forma di una spirale – analoga a quella della Via Lattea – con al centro un Planetario, per consentire l’osservazione di numerosi fenomeni astronomici.