95. L’arte mette a fuoco la vita. Letture, figure e musica

Press Meeting

“Cantami qualcosa pari alla vita” è la sintesi dell’incontro di stamani sui poeti estremi d’Italia, tenuto da Davide Rondoni in sala A4 alle ore 11.15.

Ad accompagnare il poeta e scrittore nell’enumerare i volti del panorama della poesia italiana che hanno inciso profondamente, segnando la letteratura del nostro paese, sono stati i musicisti Pietro Beltrani (pianista) e Pietro Picciano (cantante), assieme al doppiatore Luca Violini che ha letto interpretando le poesie.

“La poesia che andremo a leggere è estrema – ha sostenuto Rondoni – perché è recente, ultima”, “La poesia è la nostra natura, essa continua a parlarti perché è nel cuore.

Essa mette a fuoco ciò che sei, è un fenomeno che parte dalla nostra natura; è l’esperienza del cuore che ci mette in rapporto con la realtà”. “Il primo autore scelto, forse il più estremo che il panorama artistico italiano abbia avuto, è Giuseppe Ungaretti” – continua Rondoni, di questo autore viene letta Veglia (L’Allegria): “Un’intera nottata / buttato vicino / a un compagno / massacrato / con la sua bocca digrignata / volta al plenilunio / con la congestione / delle sue mani / penetrata / nel mio silenzio / ho scritto lettere piene d’amore // non sono mai stato / tanto / attaccato / alla vita”.

Vengono successivamente lette molte altre poesie, tra cui un’altra di Ungaretti tratta dal Dolore, Gridasti: soffoco, dedicata al figlio morto da poco in Brasile all’età di nove anni, per un’appendicite non diagnosticata: “Nei tuoi occhi, si alimenta l’unico fuoco della mia speranza”, “Qui il poeta intuisce – dice Rondoni – che è la natura a possedere suo figlio”.

Da Ungaretti Violini passa a leggere la bellissima Sacchi a terra per gli occhi di Clemente Rebora (“Se non hai le mani buche la vita non ti passa”), poi viene letta una poesia sulla crocifissione, di Federico Tozzi, fino a giungere a Carlo Michelstaedter, che influenzato da Nietzsche decise di uccidersi, a Mario Luzi con il suo Augurio, a Cristina Campo, a Giorgio Caproni fino a Giovanni Testori.

(A.F.)
Rimini, 25 agosto 2010