Alle ore 15.45 si è tenuto l’incontro sull’ultima fatica editoriale di Mario Calabresi, direttore de La Stampa, “La fortuna non esiste. Storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi” introdotto da Camillo Fornasieri, direttore del Centro culturale di Milano.
Calabresi ha il gusto del raccontare e del ben scrivere, per questo rende i suoi incontri degli eventi; non è un teorizzatore, ma racconta la vita. E la vita è varia come le descrizioni dei personaggi che compongono il libro, tutti legati dalla voglia di ricominciare dopo sconfitte e fallimenti. La frase che condensa il senso del libro è di Joe Biden, attuale vicepresidente degli Stati Uniti: “Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi”.
Calabresi racconta come è nato il libro: ha viaggiato per due anni negli States per la campagna elettorale di Obama, in cui registrava i discorsi del candidato alla presidenza e poi si rimetteva in viaggio per la tappa successiva. La sua curiosità non lo lascia soddisfatto, così affronta un secondo viaggio sulle stesse località della campagna elettorale, “per scoprire – come dice lui – le facce e le persone che stanno dietro ai numeri e le statistiche; voglio capire cosa provano, cosa pensano e come hanno reagito le persone colpite dalla crisi economica o che per vicende dolorose hanno perso tutto.” “La vita – continua il direttore – diventa avvenimento se si ha la disponibilità a farsi contaminare da quello che succede, non bisogna partire o dimostrare ciò che si è prefissi, ma porsi domande per comprendere meglio la realtà dei fatti che si vogliono analizzare”.
Il giornalista racconta due storie contenute nel volume. La prima è di Tammy Duckwort, una donna che guidava elicotteri, viene abbattuta da un razzo durante la guerra in Iraq e si ritrova senza gambe e con il braccio destro seriamente compromesso. Tammy però non rinuncia alla sua vita e dice: “Ho solo pensato che non potevo permettere a un ribelle iracheno, che aveva avuto il suo giorno fortunato, di decidere anche del resto della mia vita. Si era preso le mie gambe non poteva prendersi anche la possibilità che io continuassi a camminare, volare o ridere”.
Calabresi poi racconta della nonna, la cui storia è stata messa all’inizio del libro perché la stessa sua vita è legata ad un miracolo: “Mia nonna era stata creduta morta perché nata prematura e così messa da parte avvolta in un panno, ma un dottore curioso e pieno di fede si accorse dopo due ore che era viva”. Infine, sollecitato da Fornasieri, il direttore de La Stampa fa un affondo sulla società italiana ed europea a confronto con gli Usa. “Al contrario degli americani noi siamo cinici. Meglio essere considerati ingenui o naif nella vita, ma provarci, che essere cinici”.
(A.S.)
Rimini, 26 agosto 2009