86. La nostra Africa

Press Meeting

“Il Meeting ha dato voce quest’anno, fin dal primo giorno, all’Africa. E questo è significativo. Dentro un contesto che resta drammatico, ci sono in Africa esperienze positive, profetiche, che rappresentano punti di speranza: fatti positivi che stanno educando il popolo africano”. Così Mario Molteni, docente di Economia aziendale alla Cattolica di Milano, ha introdotto l’incontro “La nostra Africa” (ore 11.15, Salone B7). Sul palco, monsignor Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek in Sudan, e Caterina Dolci, missionaria delle suore del Bambino Gesù in Nigeria.
“Vi saluto a nome di Cristo – ha esordito il vescovo Mazzolari – e da parte del popolo del Sudan che, come ha detto Giovanni Paolo II, ‘ha sofferto troppo e troppo a lungo’”. Bresciano d’origine, in Sudan dal 1981, vescovo dal 1999, monsignor Mazzolari ha dato questo titolo al suo intervento: “Il cammino lento ma genuino della riconciliazione in Sudan”. Il relatore ha parlato, in modo particolare, della situazione nel Sud Sudan a partire dagli anni penosi della guerra degli “Anyanya One” (1964-1972) e poi della guerra civile tra Nord e Sud del Sudan (1982-2005). La Chiesa ha subito persecuzioni ed ha avuto dei martiri, ha sofferto insieme al popolo, ma è stata anche protagonista tenace di un cammino di riconciliazione e di proposte in questa direzione.
“Il modello della riconciliazione è Cristo – ha affermato il vescovo – e Cristo chiama ogni cristiano ad essere ambasciatore di riconciliazione”. Dopo ventidue anni di guerra, che ha decimato due milioni di persone e causato sei milioni di sfollati interni, si è arrivati finalmente alla pace del gennaio 2005: “Non sono finiti i problemi – puntualizza monsignor Mazzolari -, i conflitti purtroppo continuano, ma la Chiesa non cede” alla logica della contrapposizione e della violenza. Il relatore ha concluso il suo intervento con un elenco di iniziative e progetti (in campo scolastico, culturale, educativo ed economico) che hanno bisogno del sostegno di tutti.
La seconda testimonianza è stato offerta da suor Caterina Dolci, che ha iniziato dicendo: “Sono in Nigeria da ventiquattro anni ed ho visto accadere, dentro questa difficile realtà, cose semplici ma belle”. Nata a Bergamo, suor Caterina ha parlato del suo incontro nel 1971 con Comunione e Liberazione, quindi, negli anni successivi, con le suore del Bambino Gesù, per fermarsi poi sull’esperienza in Africa: “Ci sono tanti problemi da risolvere in Nigeria; ma ci sono anche esperienze positive di gente che, aprendosi al mistero di Cristo presente, vive una vita dignitosa e con una speranza”. Suor Caterina ha raccontato le sua esperienza nel carcere di Jalingo, dove i carcerati, per sovvenzionare la costruzione di una chiesa, hanno venduto alle guardie carcerarie pezzetti di carne prelevati dalle proprie minestre, quindi ha parlato del rapporto con la gente del villaggio di Kona, dove è nato un gesto di pellegrinaggio che si ripete, ormai da vent’anni, il 15 agosto e, fatto eccezionale nel contesto africano, una donna ha guidato momenti di scuola di comunità (approfondimento della fede cristiana) destinati ad un gruppo di uomini. La relatrice ha parlato poi dell’amicizia con alcune “Memores Domini”, arrivate a Lagos dall’Italia; infine ha descritto le nuove esperienze coi giovani, dopo il precedente trasferimento in altra località, ancora nel villaggio di Kona ed a Jalingo. “L’incontro con Cristo – ha ribadito concludendo – genera e rigenera una speranza anche per chi vive in Nigeria, in mezzo a tante difficoltà”.

(V.C.)
Rimini, 26 agosto 2009