85. Chiesa, società e politica

Press Meeting

L’incontro si è svolto nella sala A2 alle ore 11.15. Nell’introduzione, Josè Miguel Oriol, presidente di Editiones Encuentro ha sottolineato la grande importanza dell’operato dell’arcivescovo di Madrid per il movimento di Comunione e Liberazione. Juliàn Carròn infatti, presidente della fraternità di Cl, ha vissuto nella diocesi di Madrid, prima di essere chiamato alla guida del movimento. Il cardinale ha tenuto la propria relazione interamente in lingua italiana.
“Nell’introduzione – ha affermato – vorrei sottolineare come la conoscenza presupponga sempre un avvenimento e come l’avvenimento non possa che comportare una novità; essa può essere soggettiva, ossia novità per l’ambiente circostante, sia oggettiva, ossia correlata ai concetti di vicino e lontano. L’atto e il processo del conoscere sono, infatti, fondamentalmente correlati a concetti e in particolare, a parole antiche, frutto di processi storici lunghi, complessi portati avanti da persone, con grande coraggio”. Chiesa, società e politica affondano quindi le proprie radici in una storia bimillenaria, ma ancor prima nella natura stessa dell’umano, nella sua ragione d’essere.
“Il primo aspetto fondamentale su cui vorrei soffermarmi è la Chiesa. È fuori dubbio il riconoscimento di una nuova attualità, sociale e culturale di portata universale della Chiesa nel ventesimo secolo, in aggiunta alle chiavi interpretative della modernità e della postmodernità”.
Il secondo aspetto trattato dal cardinale Varela è stata la società. “Si tratta di una parola molto antica: appartiene al patrimonio culturale universale dell’umanità ed esprime un aspetto fondamentale per la realtà integrale umana. L’essere dell’uomo comprende, a livello costitutivo, la relazione con l’altro, corporale e spirituale. La società, comunque, si evolve nei secoli diciannovesimo e ventesimo in modo complesso”.
Il cardinal Varela ha poi sottolineato l’importanza della politica, “un’altra parola antica, che va di pari passo con l’esperienza dell’uomo che ha bisogno di vivere in modo ordinato e costruttivo nella società. Come è possibile la cooperazione di tutti componenti di una società nel raggiungimento del bene comune senza una direzione chiara dei suoi obiettivi, ordinata nella sua realizzazione, ferma ed efficace nell’erogazione dei mezzi? Chi la eserciti e come lo faccia, quale sia l’oggetto ordinario ed in cosa consista il suo esercizio: sono altrettante domande concrete, che la filosofia e la teologia del diritto e dello Stato e lo studio empirico delle cosiddette scienze umane si pongono sotto l’ottica di diverse prospettive dottrinali e con un diverso grado di intensità nelle analisi”.
“Il potere politico – ha incalzato il cardinale – ha facoltà di limitare, condizionare, restringere e perfino negare i diritti fondamentali dell’essere umano, il diritto alla vita, alla libertà religiosa, quello di pensiero di coscienza, di espressione e di insegnamento senza infrangere la sua legittimità etica? Oppure può disporre senza limite morale e giuridico delle istituzioni fondamentali del matrimonio e della famiglia o della libertà essenziale di associazione dei cittadini?”
Il tentativo di risposta sta in questa considerazione: “Lo stato non è padrone della società e tanto meno dell’uomo. La vocazione del laico cristiano ha, in questo momento un compito importante e urgente da svolgere nel campo dell’azione e della vita politica: aprirla all’etica del servizio, aprirla alle esperienze di gratuità, di libertà sociale e, soprattutto, di comunione”.

(F.P.)
Rimini, 26 agosto 2009