Quando la rilevò, nel 1985, la Wwp, quotata a Londra, aveva una capitalizzazione di mercato di due milioni di dollari. Oggi, la Wire Plastic Products, fra i leader mondiali in fatto di consulenze e servizi alla comunicazione, è arrivata a undici miliardi di dollari. Ha 116mila addetti che fanno capo a duemila sedi in 106 Paesi del mondo. Il suo chief executive, Martin Sorrell, 63 anni ben portati, figlio unico di genitori ebrei, studi a Cambridge e Harvard, che chiarisce subito di essere un ‘fondatore’ e non un manager, questa mattina era al Meeting, per parlare di “Comunicare il positivo”, insieme a Gianluca Comin, presidente della Ferpi (Federazione relazione pubbliche italiane) nonché direttore delle relazioni esterne dell’Enel, con regia di Fiorenzo Tagliabue, presidente e amministratore delegato della Sec, una società di relazioni pubbliche ed istituzionali.
Sorrell ha delineato uno scenario prossimo venturo (previsioni valide fino al 2030) niente affatto rassicurante per l’Occidente e tanto meno per quei Paesi, come l’Italia, dove è ancora la televisione (Rai e Mediaset) a dettare legge in fatto di comunicazione e pubblicità e dove ci si illude che l’analogico possa ancora tenere testa al digitale. “Il potere – ha detto – si sta rapidamente spostando da Occidente ad Oriente. Cina ed India, ben presto, raggiungeranno il 50% del prodotto mondiale lordo. L’Occidente è in difficoltà: o modifica le sue strutture sociali e politiche oppure dovrà passare la mano”. La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino, secondo l’imprenditore inglese, ha definitivamente consacrato la Cina nel suo rango di seconda potenza mondiale: 24 mila persone orchestrate in un modo che nessuno avrebbe saputo fare, “come se le autorità cinesi avessero ridato vita agli ottomila guerrieri del famoso esercito di terracotta dell’imperatore Qin Shi Huang”.
La sfida si gioca a diversi livelli. Il primo è la tecnologia. A detta di Sorrell occorre scommettere sulla prossima rivoluzione, lo sviluppo dei contenuti video e del web, che metteranno alle corde la comunicazione scritta e il business tradizionale. Il cliente medio già spende il 10% del suo bilancio e il 20% del suo tempo online. Poi l’immancabile globalizzazione. Infine, ma per l’amministratore delegato della Wwp è il livello decisivo, il capitale umano. “Noi – ha rivelato – investiamo otto miliardi di dollari per il personale, perchè è il capitale umano che fa la differenza. Aziende e governi dipendono dalle persone”. Sorrell ha raccontato il suo personale ‘capitale umano’: una famiglia con forti valori, rapporto quotidiano con suo padre, studio, concentrazione, determinazione.
Gianluca Comin si è ritrovato nella priorità del fattore ‘uomo’, indicata da Sorrell, è ha individuato nella curiosità la dote principale di una persona che vuol fare comunicazione. “Certamente, la conoscenza e lo studio servono – ha precisato il presidente della Ferpi – ma senza questa apertura al mondo a 360 gradi, senza curiosità non si fa strada. La curiosità è la benzina della comunicazione”.
(D. B.)
Rimini, 27 agosto 2008