80. Invito alla lettura: Israel, Casadei, Facchini

Press Meeting

Alle ore 11.15 come ogni giorno ha avuto luogo in sala A2 l’incontro mattutino del ciclo Invito alla lettura coordinato da Camillo Fornasieri.
Giorgio Israel, docente di Matematiche complementari presso l’università La Sapienza di Roma ha presentato il suo ultimo libro “Chi sono i nemici della scienza?”, con un sottotitolo che non lascia spazio a equivoci: “Riflessioni su un disastro educativo e culturale e documenti di malascienza”. “Oggi troppi presentano la scienza come una fede dogmatica – ha affermato Israel – come la vera religione che non ammette dubbi o tentennamenti”. Ma questo è solo uno dei vertici dell’errore di prospettiva, “per altri la scienza può solo basarsi su un relativismo assoluto”. Due posizioni che paiono agli antipodi fra loro ma “già Aristotele nel quarto secolo avanti Cristo disse che il relativismo assoluto è la forma principe del dogmatismo”. Due forme di complementari quindi che per loro stessa natura rendono impossibile la ricerca. E nel libro il matematico espone casi eclatanti di malascienza. “A volte si cerca di dare dignità scientifica a cose che scienza non sono, ultimo esempio il materialismo. Questa è ideologia dogmatica contrabbandata per scienza”.
Un secondo errore evidenziato da Israel è ridurre la scienza allo sviluppo tecnologico, a una sommatoria di scoperte tecniche: “misto di tecno-scienza e materialismo”, l’ironica chiosa. Ultimo, ma non meno importante aspetto affrontato dal libro: “ma cosa si insegna oggi nella scuola? come viene insegnata oggi la matematica nelle elementari?” Male – è la risposta univoca – anzi non viene più insegnata. “Ora il problema dei pedagogisti sono le metodologie, non i contenuti. Una posizione riassumibile con la frase ‘dobbiamo creare delle teste ben fatte e non piene’, con la quale nella commissione ministeriale della quale sono parte mi è stato risposto da un pedagogista”. Ma alla base di questo, conclude il matematico, c’è il superamento del concetto di insegnare e la teorizzazione dell’autoapprendimento. “Ma il processo di apprendimento è basato sul fidarsi di qualcuno, del maestro: lasciarsi prendere sulle spalle e seguire”.
La drammatica situazione delle minoranze cristiane in Iraq e in Turchia raccontata da Rodolfo Casadei, inviato speciale del settimanale Tempi, ha poi commosso la platea. “Il sangue dell’agnello. Reportage fra i cristiani perseguitati nel medioriente”, edito da Guerini, è frutto di una serie di viaggi ed incontri avvenuti fra i cristiani in Iraq che per oltre la metà oggi vivono profughi in zone meno pericolose. Mosul, città dove la maggioranza cristiana era particolarmente numerosa, ora è terra estremamente infida. Al punto che l’arcivescovo caldeo di Mosul Faraj Rahho è stato rapito ed martirizzato lo scorso febbraio.
Dell’incontro avuto con monsignor Rahno poche settimane prima del rapimento, Casadei ha raccontato a lungo, incontro avvenuto non a Mosul ma in un villaggio della piana di Ninive, zona di fatto sotto il controllo curdo. Il libro tratta anche della Turchia dove “la situazione è diversa ma lo stato è molto meno laico di quanto affermi di essere”. Numerosi i casi di martirio di cristiani negli ultimi anni, ma la persecuzione riguarda anche le altre minoranze religiose. Uno stato che chiede di poter essere ammesso nell’Unione Europea ma con molti problemi da risolvere “anche se i delitti – ha concluso l’autore – sono da addebitare a chi li compie non certo a tutta la comunità nazionale”.
Fiorenzo Facchini, autore del terzo libro “Le sfide dell’evoluzione. In armonia fra scienza e fede” è professore emerito di Antropologia all’università Alma Studiorum di Bologna e sacerdote. “A 149 anni dalla pubblicazione delle tesi di Darwin – precisa annunciando l’imminente anniversario – e a 199 dalla sua nascita, nel mondo cattolico esistono posizioni diverse”. Accanto a una certa linea che ammette una compatibilità, esistono posizioni di preclusione.
Secondo Facchini il darwinismo è un tentativo di interpretazione dell’evoluzione, ma presenta problemi anche dal punto di vista scientifico. Ad esempio non è in grado di spiegare come mai determinati meccanismi hanno, o avrebbero, agito per un certo periodo per poi interrompersi. Ci sono ancora domande alle quali il darwinismo non è in grado di rispondere. E “l’evento uomo rappresenta una discontinuità antropologica proprio per come è l’uomo”, ha affermato. Ma l’universo non è una realtà statica e immobile”. “Dio ha fatto il mondo come realtà dinamica – ha puntualizzato Facchini – un lavoro in atto da completare. L’uomo è chiamato a collaborare al progetto di Dio della creazione. Un progetto che non è statico ma ha una dinamica i cui contorni forse ancora non conosciamo bene”.

(B.L.)
Rimini, 27 agosto 2008