79. Conferenza Stampa: Vittadini, Garavaglia, Gelmini

Press Meeting

Tanti e scottanti i temi affrontati nell’odierna conferenza stampa che ha anticipato l’incontro delle 13 in sala A1 dal titolo “Non di solo stato vive la scuola”. Sono intervenuti Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà, Mariapia Garavaglia, senatrice e ministro ombra per l’Istruzione del Partito democratico, Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, università e ricerca.
“Con questi incontri vogliamo innanzitutto aiutare alla comprensione di un fenomeno” ha chiarito Vittadini. “Siamo convinti che la scarsa qualità della scuola dipenda da quel centralismo che un sindacato come la Cgil ritiene fondamentale. Serve un’autonomia reale, perché oggi il 96% delle risorse sono stabilite dal centro”. Senza soffermarsi troppo sugli argomenti discussi nel corso dell’incontro, Vittadini ha citato l’importanza della legge sulla parità giuridica delle scuole, il doppio canale e la valutazione dei docenti. “Senza tutto questo – ha concluso – è inutile continuare a scandalizzarsi della bassa qualità. L’attuale posizione del sindacato è l’origine del male della nostra scuola, perché si scandalizza ed è contro la liberalizzazione”.
Nel suo intervento il ministro ombra del Pd ha anzitutto precisato che “la scuola è una sola, statale e paritaria”. “Vorrei – ha continuato – che in parlamento si potesse fare squadra insieme al ministro, di cui condivido il disegno di legge presentato ad inizio agosto. Ma questo non è possibile se continuano a passare solo decreti o provvedimenti con la fiducia, perché così si toglie spazio al dibattito. Con il decreto 112 del ministro Tremonti siamo rimasti intrappolati”.
“Ho fatto una scelta importante – ha esordito Mariastella Gelmini –, un’operazione verità: rendere visionabile on-line il bilancio del ministero. Il 97% delle risorse, infatti, vengono impiegate per gli stipendi degli insegnanti, che poi ci risultano bassi. Questa è una spesa rigida che lascia poco spazio per un investimento serio”. “Senza un deciso intervento – ha aggiunto – si lascia la scuola senza futuro e io non voglio avere la responsabilità di un mancato impegno in questo senso. La crisi della scuola riguarda innanzitutto un problema di progetto educativo, non esclusivamente le risorse”. A partire da queste considerazioni, l’esponente del governo ha poi fatto sapere di avere in programma per l’inizio di settembre la presentazione di un piano di razionalizzazione.
Rispondendo alla domanda di un giornalista, il ministro ha sollevato la necessità di “aprire un dibattito per trasformare tutte le scuole in fondazioni”. “Non è una volontà volta a privatizzare”, ha detto. “Tra le scuole non statali ce ne sono molte costituite in fondazione che presentano ottimi risultati pur spendendo meno di quelle statali. Allora perché non tentare quella strada?”.
A chi chiedeva un parere sull’abolizione del valore legale del titolo di laurea, il ministro ombra Garavaglia ha precisato che “occorre pensare alle persone più fragili che senza un attestato qui in Italia rischiano di trovarsi in difficoltà”. Parole in positivo invece da Gelmini, che si dice “d’accordo con la proposta, che però non è una priorità. Penso – ha aggiunto – che si tratti del punto d’arrivo di un progetto riformista che prevede altri cambiamenti in atto”. Sollecitata dalle domande dei giornalisti sulla disparità tra le scuole del sud e del nord Italia, Gelmini ha poi affermato di aver solo “registrato alcune criticità e una scarsa abitudine dei nostri studenti a svolgere i test Ocse-Pisa che ha portato ad una bocciatura internazionale”.
In conclusione, Vittadini ha introdotto un tema a lui tanto caro. “La dote alle famiglie è un servizio che permette di poter scegliere dove mandare i figli a scuola. Si tratta di spostare i soldi dalle istituzioni alle famiglie. Su un punto come questo il centro-sinistra gioca il suo futuro, se vuole essere di una sinistra europea che si rifà al blairismo oppure se rimane nello statalismo. E questo vale anche per il centro-destra, che teoricamente è d’accordo”.
Sia Gelmini che Garavglia hanno in seguito espresso il loro compiacimento per l’intervento dell’authority volto a verificare l’impegno delle case editrici a non rieditare libri che poi rimangono sostanzialmente uguali e nel mantenere i prezzi ad un livello accettabile. Infine il ministro dell’istruzione ha fatto sapere che i prossimi provvedimenti sulla scuola assumeranno la forma del decreto legge perché “c’è un problema di tempestività, bisogna intervenire sul bullismo e senza questo tipo di procedura saremmo costretti ad aspettare il prossimo anno scolastico”.

(G.B.)
Rimini, 27 agosto 2008