Per parlare di un tema assolutamente suggestivo e attualmente sotto i riflettori di media e politici, si sono confrontati, in Sala Mimosa B6 alle ore 19, cinque protagonisti della vita istituzionale, imprenditoriale e no profit, moderati da Carlo Saggio, presidente della CdO Sicilia Orientale.
Il primo dei cinque relatori, Paolo Scudieri, amministratore delegato di Adler Plastic, ha introdotto il suo intervento dicendosi felice partecipare alla 30ma edizione del Meeting che ha definito “il miracolo di don Giussani”. A partire dalla presentazione della sua azienda, nata nel 1953 e ormai “allocata” in 19 paesi nel mondo, ha descritto dapprima le discrasie tra l’Italia e gli altri paesi in merito ai tempi di “start up” di un’azienda, per poi passare all’individuazione del possibile sviluppo del sud, che secondo Scudieri “passa necessariamente attraverso l’innovazione, la ricerca, il credito d’imposta, la formazione e la sicurezza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Luigi Fiorentino, segretario Generale di Agcm. Anch’egli infatti, a partire da una rilettura di tipo storiografico, ha posto l’accento su alcuni problemi che ancora oggi costituiscono vere e proprie zavorre per lo sviluppo del Mezzogiorno, in particolare, riferendosi a “quella miriade di società a partecipazione pubblica che drenano risorse e costituiscono una sorta di area protetta a svantaggio delle imprese e della concorrenza”, si è chiesto “perché quelle attività che possono essere svolte dal mercato (vedi trasporti pubblici locali) non sono affidate attraverso opportune procedure a soggetti privati”. “Occorre, aprire i mercati – ha proseguito – e questo significa porsi in un’ottica di sviluppo, di creazione di benessere e di ampliamento delle possibilità occupazionali”. Così come Scudieri, anche Fiorentino individua nella “troppa burocrazia”, una componente del mancato sviluppo e per questo ha auspicato “una vera cultura della semplificazione”.
Altre occasioni positive per il Mezzogiorno secondo Fiorentino sono l’attuazione delle norme sul federalismo fiscale e la loro successiva applicazione; il dedicare a rilevanti interventi infrastrutturali strumenti organizzativi straordinari e il sostegno all’istituzione della Banca del Sud, che potrebbe recuperare la progettualità insita nel vecchio sistema della Cassa per il Mezzogiorno. “Penso – ha concluso – che il futuro del Sud sia soprattutto nelle mani della gente, dei giovani e della classe dirigente del sud. Il Governo, la politica, devono aiutare queste risorse ad esprimersi al meglio”.
In netta contrapposizione a Fiorentino l’intervento di Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, che si è chiesto se il Sud vuole per davvero lo sviluppo e di che tipo deve essere, visto che “nel 1951 al Sud si produceva il 23,9% del Pil e nel 2008 la produzione del Pil si attesta al 23,8%, nonostante gli interventi massicci della Cassa per il Mezzogiorno”. Lo stesso Arcuri, continuando a citare dati incontrovertibili relativi ai “vecchi modelli di sviluppo” ha lanciato alcune proposte per uscire dall’empasse: semplificazione della “filiera istituzionale”; una nuova stagione con nuovi attori protagonisti e la valorizzazione del capitale umano.
Sul versante non profit, Carlo Vimercati, presidente della Consulta nazionale Coge, ha descritto come alcune esperienze quali la Fondazione per il Sud, stiano già, in maniera del tutto originale, lanciando segni di ripresa. Infatti, ha detto, “l’infrastrutturazione sociale e il porre al centro la persona costituiscono il campo su cui investire”.
Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, si è detto subito preoccupato di una eventuale “archiviazione della questione meridionale”, ragion per cui “oggi più che mai risulta di fondamentale importanza la presenza di un partito che parli del Sud”. “Noi vogliamo – ha proseguito – che inizi il vero cammino per l’unificazione dell’Italia”, questo in virtù del fatto che la Sicilia risulta ancora oggi tra le ultime regioni europee. Per far fronte a questo status, ha dichiarato, occorre un punto di incontro con il Governo centrale, affinché non sia solo la Lega a dettare l’agenda di governo, ma anche chi, come il governo regionale siciliano, attraverso le numerose azioni di riduzione dei costi a vantaggio della qualità nell’ambito sanitario per esempio, sta facendo enormi passi in avanti. Per completare il quadro, in conclusione, a partire da un giudizio favorevole sul piano decennale dello Stato, “occorre sostenere la fiscalità di vantaggio a livello europeo così da subentrare ai Fas a partire dal 2013”.
Nonostante l’incontro sia durato molto più del previsto, si è avvertita la sensazione, attraverso le diverse esperienze raccontate dagli ospiti, che il Sud in fondo non è da rottamare.
(G.F.I.)
Rimini, 25 agosto 2009