L’incontro serale sulle ragioni e i contenuti dell’Expo 2015 ha visto il succedersi degli interventi appassionati di Carlin Petrini, Lucio Stanca e Giorgio Vittadini, coordinati da Sandro Bicocchi vice presidente della Fondazione per la Sussidiarietà.
Petrini, presidente di Slow Food, ha esordito ricordando che il tema di Expo 2015 è “Nutrire il pianeta: energia per la vita”. La manifestazione perciò non deve essere attesa e sostenuta per la performance infrastrutturale o di sviluppo urbanistico che potrà dare a Milano o alla Lombardia, poichè il suo valore “starà nella capacità di far riflettere il mondo sui problemi dello squilibrio alimentare del nostro tempo e di elaborare progetti concreti per porvi rimedio”. Petrini ha così ricordato che oggi nel mondo un miliardo di persone sono sottoalimentate mentre un altro miliardo soffre degli eccessi nell’uso del cibo ed inoltre che enormi quantità di alimenti vengono sprecate giornalmente. “C’è stata un’opera sistematica di distruzione della civiltà contadina da parte di forze dell’economia tese a favorire non la produzione del bene alimentare quanto la sua commercializzazione e il consumo, con esiti perversi di bassi ricavi per l’agricoltore, lauti guadagni all’intermediazione e costi elevati per il consumatore finale, che si ritrova in frigorifero prodotti inutili da buttare periodicamente per scadenza”. Questo il pensiero di Petrini, per il quale “l’essenza di Expo dovrà condurre a un nuovo umanesimo, che collochi il rapporto con il cibo in una dimensione nuova che ponga obiettivi ambiziosi come il riconoscimento della sovranità alimentare di ogni popolo avviando concrete battaglie contro lo spreco degli alimenti”.
Lucio Stanca nella sua qualità di amministratore delegato di Expo 2015 spa nella consapevolezza della sfida che vede protagonista la sua struttura da lui guidata ha tenuto a precisare che “la grande manifestazione è anzitutto un fatto di rilevanza nazionale e non riguarda solo Milano e la Lombardia. Tutto il paese sarà chiamato a concorrere alla sua preparazione”. Stanca non vede poi contrapposizione tra l’esigenza di corrispondere adeguatamente al tema della manifestazione e le esigenze di predisporre una sede adatta e interessante ove richiamare il mondo intero a conoscere, dibattere i problemi dell’alimentazione e anche progetti di intervento. “Le infrastrutture che saranno realizzate – è convinto il relatore – potranno anzi essere la dimostrazione delle possibilità di coniugare sviluppo urbano e rispetto dell’ambiente”.
“L’Expo – ha aggiunto Stanca riecheggiando il tema del Meeting – non sarà una fiera di oggetti in mostra, ma un avvenimento di conoscenza delle diverse forme di agricoltura nel mondo, di scambi di esperienze di progetti nutrizionali: occasioni di coinvolgimento anche del volontariato e del vasto mondo del non profit“.
A Giorgio Vittadini è toccato al termine tracciare uno scenario delle possibilità di sviluppo attraverso il tema nutrizionale dell’Expo, ma con l’attenzione all’integralità dell’uomo, pur nella varietà dei suoi rapporti con il lavoro, l’ambiente o la tecnologia. “Auspico – ha concluso – che la manifestazione abbia un grande richiamo culturale mondiale in particolare verso i giovani di tutte le nazioni. Propongo e ha infine proposto di compiere annualmente proprio al Meeting la verifica nella marcia di avvicinamento al 2015”.
(M.B.)
Rimini, 25 agosto 2009