73. L’Adriatico nella sua storia e nel suo futuro.

Press Meeting

Il colore del Mar Adriatico è il verde perché, come afferma Corrado Piccinetti, docente al Diparti-mento di Biologia evoluzionistica sperimentale all’Università di Bologna, è ricco di fitoplancton. Nel 2003, come ha mostrato un filmato proiettato durante l’incontro delle 19.00 dal titolo “L’Adriatico nella sua storia e nel suo futuro”, è stato per un certo periodo azzurro e limpido per la grave siccità che ha colpito l’Italia tanto che il Po era quasi un rigagnolo e quindi non apportava minerali e gli altri microelementi che permettono lo sviluppo della vita nel mare. “Ma questa situa-zione ha provocato la mancata crescita di molti organismi a cominciare dai mitili e poi anche degli altri pesci, perché il fitoplacton è il cibo di cui di nutrono”.
Il professore, come esemplificazione, si lancia poi nella spiegazione della crescita delle triglie e del-le sogliole che hanno vite che si incrociano: le prime nascono sulle coste italiane e, quando la bora di novembre raffredda le acque, quelle non pescate e già sviluppate si rifugiano sulle coste orientali per la gioia dei pescatori croati. Le altre invece nascono sulla costa dell’Istria e della Dalmazia per venire poi a nutrirsi nelle acque verdi ricche di fitoplancton delle coste italiane. Questo comporta una “necessaria armonizzazione per la pesca fra le due coste” per salvaguardare quell’attività eco-nomica.
Intanto arriva Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore, rimasto imbottigliato nel traffico. Suo compito è raccontare la storia dell’Adriatico. Manfredi parte dai miti e dagli eroi omerici che però hanno lasciato una traccia nella storia. Parla del mito di Antenore che a capo degli Eneti fonda Padova, mito che richiama la presenza micenea testimoniata da ritrovamenti a Fratta Polesine. Rac-conta il mito di Fetonte che cade nell’Eridano (antico nome del Po), delle lacrime delle sorelle che diventano ambra e delle Isole Elettridi (il nome richiama di nuovo l’ambra): oggetti d’ambra si tro-vano al museo di Verrucchio. Parla del culto di Diomede portato dai greci di Rodi e di Kos e anche dell’espansione territoriale di Dionisio di Siracusa che arriva ad Ancona dove c’era un mercato in cui si assumevano soldati celti. Accenna al mito di Galatea che è la madre di Galata, progenitore dei celti. Il racconto dell’archeologo vuol mostrare le diverse influenze che si sono accavallate e succe-dute sulle sponde dell’Adriatico. Qui il professore viene interrotto, anche il pubblico lo riteneva af-fascinante e applaudiva, per il superamento dei tempi…
Dopo aver visto un altro filmato tratto dalla fiera Seafood di Rimini, in cui si mostra il consumo del pesce sulle tavole italiane, più concreto è l’intervento di Duccio Campagnoli, assessore alle Attività produttive, sviluppo economico e piano telematico della Regione Emilia-Romagna. “Come è impor-tante il tema del Meeting: conoscere è sempre un avvenimento”, esordisce. “La conoscenza è sem-pre un motivo di incontro dopo che l’Adriatico è stato un luogo di scontri”. L’idea è di costituire una grande regione euroadriatica sulle due sponde del mare per armonizzare tutte le attività, la pe-sca e il turismo in primis. “Può essere un grande distretto di quaranta milioni di abitanti che faccia incontrare costumi e culture diverse, nel quale si possano così conservare le tradizioni (la piccola pesca) e l’innovazione con una pesca sostenibile rafforzata da zone protette di ripopolamento”.
Interviene in conclusione anche Aldo Tasselli, responsabile del Servizio economia ittica regionale, per ribadire la necessità che l’Unione europea istituisca distretti.
L’incontro si chiude con un ultimo filmato, che racconta lo sposalizio del mare che ogni anno, da 560 anni, la città di Cervia compie nella festa dell’Assunzione con la presenza delle autorità e molti appassionati.

(A.B.)
Rimini, 25 agosto 2009