“Giuseppe Gemmani, una fede invincibile, una creatività operosa” è il titolo del libro presentato questa sera al caffè letterario. Erano presenti l’autore Valerio Lessi, il presidente di “SCM Group” Giovanni Gemmani e il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini.
“Questo libro è la storia di chi è protagonista, di chi ha vissuto a servizio della famiglia e della comunità”, con queste parole Vittadini introduce la figura di Giuseppe Gemmani, fondatore di SCM Group, azienda che produce macchine per la lavorazione del legno, ma sopratutto uomo che ha lasciato un impronta indelebile nel mondo dell’impresa “attraverso il suo ‘a tu per tu’ con il mistero, che gli ha permesso di navigare nell’insidioso mondo dell’economia senza perdere mai la rotta”. “Ed è questa la forza e la fortuna dell’Italia – continua Vittadini – l’avere questi uomini eccezionali capaci di generare sviluppo”.
Per meglio comprendere queste dichiarazioni è utile ed interessante risalire all’inizio del cammino professionale di Giuseppe, alla sua radicale scelta dopo aver conseguito la laurea. Scelta difficile, impopolare, ma sicuramente quella che ha fatto di lui il personaggio straordinario che è stato: rifiutò l’attraente Milano del boom economico, scegliendo di rimanere a Rimini per costruire qualcosa di positivo a servizio della sua comunità. “Il suo segreto è stato il contatto con l’umano, la sua volontà di servire, la sua capacità di mettersi in gioco per rispondere ad un bisogno”, con queste parole il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà sintetizza la fonte del successo economico ed umano di Gemmani.
La parola passa poi al figlio, che racconta la genesi del libro, nato da una scoperta inaspettata. “Nostro padre aveva conservato per sé tutti i documenti della sua vita”. Nasce quindi l’avventura alla ricerca del padre Giuseppe. “È stata un’esperienza unica scavare nei suoi ricordi”, commenta entusiasta Giovanni, “sono riuscito a recuperare il senso di tante sue scelte che allora non potevo comprendere”. Seguono poi giudizi più specifici sul libro, definito come una “possibilità di esperienza, di riconoscere le opere presenti a Rimini, la nostra città”. Una vita, quella del babbo, “spesa per un valore mai tradito”.
Arriva infine il momento dell’autore. “Non si può capire la cifra di Gemmani – esordisce Lessi per sottolineare la tappa fondamentale della sua crescita – se non si fa riferimento all’educazione ricevuta da Marvelli e da tutta la comunità dell’Azione Cattolica alla quale partecipava non a tempo perso, ma per un’autentica affezione”. Le ultime battute sono per l’umanità viva, energica ed entusiasta di Giuseppe. “Quello che mi sorprende è che a 57 anni dopo la crisi della sua industria, è stato capace di ricominciare da capo, di risollevarsi con un’intraprendenza e vivacità mirabili, così difficili da trovare in un uomo di quell’età”.
(M.L.)
Rimini, 26 agosto 2008