66. La strada del nucleare sostenibile italiano

Press Meeting

È un momento decisivo per il futuro dell’energia nucleare sostenibile in Italia. Della situazione attuale e degli sviluppi nei prossimi anni, hanno discusso oggi al Meeting: Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico, Roberto Adinolfi, amministratore delegato Ansaldo Nucleare e membro della Governing Board della Piattaforma Tecnologica Nucleare Europea, Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale all’Università degli Studi di Modena, Carlo Andrea Bollino, docente di Economia Politica all’Università degli Studi di Perugia, Igino Chellini, responsabile Studi di Fattibilità e Localizzazione impianti nucleari di Enel, Franco Cotana, promotore della Piattaforma Tecnologica Nucleare Sostenibile Italia e Frantisek Pazdera, vicepresidente della SNETP (Sustainable Nuclear Energy Tchnology Platform) Europa. Ha moderato la tavola rotonda Paolo Togni, presidente dell’associazione VIVA-per la diffusione di una corretta conoscenza ambientale. Introducendo il convegno, il direttore generale della Fondazione EnergyLab Silvio Bosetti ha fatto il punto sulla situazione energetica italiana, che dipende in larga parte dall’estero nel reperire le materie prime e ha descritto in breve il ruolo del nucleare nel mondo, che vede la presenza di ben 439 impianti funzionanti. “Dobbiamo dire agli italiani cosa è meglio per loro”, ha affermato il sottosegretario con delega all’energia Saglia, che ha sottolineato come il primo scopo del governo sia “la tutela della sicurezza e dell’autonomia del nostro paese”. “Se si resta dipendenti dai paesi produttori di combustibili
fossili”, ha continuato, “i conflitti saranno sempre maggiori nel mondo e l’Italia sarà meno libera. Sì al nucleare quindi! Che ha bisogno di uranio, certo, ma questo è disponibile in molti paesi e costa poco, ed è un’energia pulita perché ha zero emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera”. Il nucleare, secondo il sottosegretario, non è da contrapporre alle energie rinnovabili,anzi “è da
auspicare un loro sviluppo, sia da parte dell’amministrazione Usa, che in Europa”. Saglia ha anche ricordato l’approvazione della nuova Legge 99, entrata in vigore a Ferragosto, che verrà presto seguita dai decreti attuativi del governo. Secondo Franco Battaglia “il nucleare è l’unica via d’uscita” dalla crisi energetica, perché siamo quasi al “picco della produzione petrolifera mondiale”, il che significa che si avvicina la fine della disponibilità di idrocarburi. Sulla stessa linea d’onda, Carlo Andrea Bollino che, calcoli alla mano, ha dimostrato il grande risparmio che il nucleare porterebbe: 60 euro a megawatt ora, contro i 90 degli idrocarburi e i 180 euro delle energie rinnovabili. Del ruolo importante del nostro paese in materia di sviluppo tecnologico, hanno parlato Iginio Chellini di Enel e Roberto Adinolfi di Ansaldo. Quest’ultimo ha anche sottolineato come l’Italia sia stata centrale anche nello sviluppo delle centrali di ‘terza generazione’. “Ripartire col nucleare”, secondo Chellini, “vorrà dire anche un grande sviluppo per l’industria nazionale e per l’occupazione nel lungo periodo”.
A Frantisek Pazdera il compito di fare il quadro europeo della situazione: “La chiave per concretizzare il nucleare in Europa, secondo una visione comune, è dimostrare che bisogna fare ricerca e sviluppo di tecnologie e per questo sono necessari miliardi di euro”.
(Al.C.)