54. Il cuore della matematica è la battaglia contro l’ignoto

Press Meeting

Esiste un numero perfetto dispari? Il problema semplice tocca una questione aperta da più di duemila anni. “In quale altro campo del sapere ci sono questioni aperte da così tanto tempo? Ecco il cuore della matematica: una battaglia contro l’ignoto”. Edward Nelson, docente di Matematica al dipartimento di Matematica della Princeton University, è intervenuto oggi al Meeting, nella gremita sala A2, all’incontro di presentazione della mostra Da uno a infinito. Al cuore della matematica. Presenti anche Raffaella Manara, insegnante di matematica e coordinatore dei curatori della mostra. Ha introdotto Marco Bramanti, docente di Analisi matematica al Politecnico di Milano.
Lo studioso statunitense, interpellato in merito al rapporto tra la mostra e il titolo del Meeting, ha risposto con la presentazione di sei paradossi che dicono innanzitutto la natura della matematica. Epigrammatiche quanto affascinanti le sue affermazioni: “Per studiare il ragionamento matematico è necessario togliere ogni significato dal ragionamento. La matematica non è una scienza, sarebbe come dire che quando Beethoven pensava ad alcune note, fossero già sinfonia. La musica è, come la matematica è”. Con chiarezza e pazienza davanti a un pubblico fatto anche di “non addetti ai lavori”, il professore ha portato la platea all’evidenza che la matematica è amore per la conoscenza: “Dobbiamo sapere. Sapremo!”.
Manara ha in seguito spiegato l’idea da cui nasce la mostra: “È il desiderio di proporre un punto di ingresso, un pertugio da cui scoprire la matematica, più volte definita ‘disciplina importante e influente sulla cultura dell’uomo moderno’ da papa Benedetto XVI”. Molte le persone, insegnanti e studenti, coinvolti nel lavoro di “ricerca vissuta assieme” per la preparazione della mostra che si articola nella galleria storica, nella piazza della matematica e nelle quattro stanze dedicate alla dimostrazione, al rapporto tra matematica e bellezza, alla dialettica tra finito e infinito e alle relazioni intercorrenti tra matematica e realtà. “Al centro della piazza – ha spiegato la curatrice – abbiamo collocato un albero come metafora della matematica: qualcosa di vivo, ben radicato che cresce”.
“La matematica ha la capacità di mettere d’accordo tutti attorno a ciò che è vero – ha detto Bramanti – è una tradizione vivente da più di 2.500 anni come sapere cumulativo; in essa possiamo parlare di amicizia tra tradizione e progresso”. Applausi convinti, sia dalla sala, sia dall’altrettanto numerosa platea che ha seguito l’incontro dal maxischermo nell’area delle Piscine ovest.

(G.L.)
Rimini, 24 agosto 2010