Il dialogo tra Islam e Occidente è possibile. Ma il percorso non è privo di ostacoli. Per Asfa Mahmoud, presidente della Casa delle cultura islamica di Milano, “è urgente collaborare per il bene comune”. Ma Souad Sbai, deputata del Pdl, ammette: “Il dialogo è possibile, ma io trovo molta difficoltà. L’Italia, perdendo le sue radici, non ci aiuta a dialogare. E poi c’è l’Islam fanatico, a cui i media danno molto spazio a discapito dell’Islam moderato”.
L’incontro dal tema “Il dialogo è possibile” si è tenuto alle 11.15 nella sala A2, moderatore il giornalista di Avvenire Giorgio Paolucci. Mahmoud ha paragonato il tema del Meeting “La conoscenza è sempre un avvenimento” ad un versetto del Corano. “Per questo – ha proseguito – il primo passo verso un dialogo è proprio la conoscenza dell’altro”. Il presidente della Casa della cultura islamica ha spiegato le difficoltà che la sua onlus incontra ogni giorno: “Organizziamo continuamente corsi per creare integrazione e stiamo lavorando anche per creare un Islam di cultura italiana. Ma devo ammettere che le istituzioni non danno molta importanza al nostro lavoro. E anche i media fanno poco per far emerge ciò cosa c’è di buono intorno al nostro mondo”.
Duro, invece, è stato l’intervento della Sbai: “Il vero problema non è il dialogo tra il mondo occidentale e l’Islam moderato, ma è tra quest’ultimo è quello integralista. Mi trovo spesso a che fare con persone che non hanno il rispetto della sacralità della vita, che non aiutano le donne ad uscire dallo stato di analfabetismo. Dialogare con questa gente è difficile”. I relatori, durante il dibattito, hanno sottolineato molto l’importanza della vera conoscenza del mondo islamico. Infatti l’Islam è uno solo, tante invece sono le culture islamiche. Ed ecco la critica della Sbai contro “una certa politica che difende un cieco multiculturalismo”.
Anche l’ultima sentenza del Tar del Lazio che esclude i docenti di religione dagli scrutini è stata oggetto di discussione. Secondo Mahmoud “la religione non può essere considerata una materia complementare, ma deve essere considerata al pari delle altre. L’uomo – ha proseguito – non ha bisogno solo di conoscere quanto fa uno più uno. L’uomo ha bisogno anche dei valori e di conoscere la storia delle religioni”. Sbai invece risponde con un esempio: “Tempo fa scoppiò una polemica, da parte di alcuni marocchini, sulla presenza del presepe all’interno di una scuola. Io intervistai tutti i genitori marocchini di quella scuola, e scoprii che per loro il problema non esisteva. Il caso partì dagli insegnanti”.
(M.P.)
Rimini, 25 agosto 2009