“Don Oreste è sempre stato un grande amico del Meeting”. Con queste parole Daniele Celli, preside del liceo scientifico riminese “Georges Lemaitre”, ha introdotto alle 19 nella sala D5 la presentazione del libro di don Oreste Benzi Nel cuore della famiglia, pubblicato postumo per le edizioni Sempre Comunicazione. All’incontro hanno preso parte due persone vicine da una vita al fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII: Francesco Zanotti, direttore de Il Corriere Cesenate e Paolo Ramonda, attuale responsabile dell’associazione fondata da don Benzi.
“È un piacere immenso per me parlare qui di don Oreste – ha esordito Zanotti – perché il Meeting vissuto con lui è stata parte della mia vita, visto che lo accompagnavo sempre”. Nell’introdurre il testo, Zanotti ha affermato che “ogni persona interessata in qualche modo alla famiglia non può esimersi dal leggerlo. È una guida per tutti nel trovare risposte sulla famiglia, una bussola che ci guida nel nostro rapporto quotidiano con i familiari”. “Don Oreste – ha aggiunto – avrebbe parlato per mezz’ora del titolo di questo Meeting. Chi meglio di lui ha vissuto una vita da protagonista? Basti pensare che non dormiva la notte perché forse non ne valeva la pena”.
Incalzato dalle domande di Celli che ha parlato di un libro “che trasuda di umanità”, Paolo Ramonda ha raccontato del suo incontro avvenuto trent’anni fa con don Oreste durante l’esperienza del servizio civile e di come questo fatto abbia cambiato la sua vita. “L’incontro con lui è stato la possibilità di costruire una comunità, e per me e mia moglie Tiziana di aprirci alla condivisione. Oggi siamo infatti una famiglia di tredici persone, con tre figli naturali e sette rigenerati nella vita con noi”. Un’accoglienza in famiglia resa possibile per Ramonda solo dall’incontro con la straordinaria umanità di don Oreste. “Ci insegnava – ha aggiunto – che tutto è grazia e guidato dalla provvidenza di Dio, e soprattutto che le difficoltà rientrano nel piano divino. Sapeva così cogliere il bene che c’era in ognuno, l’identità profonda di tutti. Dove passava don Oreste si creavano mondi vitali nuovi”.
“L’hanno fatto passare come un prete ingenuo e alla buona – ha affermato Zanotti -, ma lui non aveva paura di nessuno. Diceva che se Cristo è la risposta, vale la pena di dirlo a tutti, e don Oreste non aveva paura di andare contro nessuno”. Zanotti si è in seguito soffermato a citare qualche simpatico e significativo aneddoto sulla vita del sacerdote dalla tonaca lisa.
Tra una battuta e l’altra, Celli ha infine parlato della “tenace sottolineatura da parte di don Oreste della centralità della coppia come fulcro della famiglia, una coppia formata da un uomo e una donna che si amano in faccia ad un altro”. E proprio sull’importanza della famiglia all’interno dell’esperienza della Papa Giovanni XXIII, Ramonda ha raccontato di aver ricevuto da don Oreste “la passione per l’umanità percepita nei suoi genitori. E oggi la nostra comunità è spregiudicata, perché dopo un sacerdote è stato scelta alla guida una persona sposata”. “Nelle nostre case famiglia – ha aggiunto il successore del prete riminese – c’è una novità sociale e storica: la compresenza di figli naturali e rigenerati, cioè non biologici. La genialità che lo Spirito Santo ha suscitato in don Oreste è che la famiglia risponde alle vere esigenze di ogni uomo, a partire proprio dai poveri, dai più deboli e indifesi che vengono accolti e amati”.
(G.B.)
Rimini, 25 agosto 2008