Inizia stasera il mini-ciclo dedicato alla musica leggera, che ha luogo alle 22 nell’area Piscine Ovest, fino a giovedì 26 agosto. La prima serata vede sul palco il gruppo romano The Hideaway And The Wanted Men, impegnato in formazione classica (voce, chitarre, basso, batteria) arricchita da tastiera e, in un pregevole caso, dal violino.
Il nome della formazione significa “il nascondiglio e gli uomini ricercati, voluti”, a indicare una storia di amicizia nata a Roma nel 2008.
Alla base di tutto, l’incontro tra Michael Serious (al secolo Michele Seri, voce e chitarra) e Radio Bones (Dario Cavidossi, chitarra/basso). Fanno parte della band anche Stefano Fontolan, batterista teenager e Luca De Franceschi, giovane chitarrista.
“La nostra dimensione è soprattutto il live. Quello che ci interessa è il rapporto diretto con il pubblico, il sudore e la solidità della terra.”, dicono di se stessi su Facebook. E la serata riminese ha confermato in piena regola questa dichiarazione.
La band infatti, nella più solida ed ambita tradizione del concerto rock, fa ingresso sul palco aggregandosi, artista dopo artista, alla base di tastiera e batteria e, senza dire una parola, entra subito nel vivo della proposta musicale. La quale si qualifica subito come elettrica, rocciosa, amplificata a profusione e martellante.
Guidate dalla voce del leader della band, impegnata in tonalità estreme in alto e in basso ma che rimane sufficientemente roca e robusta, ragazzi e ragazze non possono che accalcarsi davanti al palco saltando tutti insieme a tempo sui colpi della cassa e del pervasivo basso, lanciare le mani in alto a destra e a sinistra, e – perché no – lanciare in alto qualche componente dell’affollato gruppo, che fortunatamente viene ripreso prima di arrivare sul pavimento e rimesso immediatamente in aria.
Mentre le cover si susseguono senza soluzione di continuità, tutte egualmente possenti e ritmate, qualcuno non può esimersi dal salire sul palco e lanciarsi in mezzo all’abbraccio della folla con le mani alzate. La riproduzione delle “magiche atmosfere” dei concerti rock è adesso completa…
Si può passare ai brani meno scatenati. Particolare ed efficace quello col violino, in cui un dolce “Where Are You?” risuona insistente, come se nessuno avesse mai dato (o potesse mai dare) risposta a questa domanda. Ma è solo un brano. Quasi scusandosi per questa digressione nel (relativamente) lento e nel (relativamente) melodico, la band riprende, inframmezzando anche brani di composizione propria, accomunati in molti aspetti a quelli famosi. Comincia anche ad emergere qualche individualità, in qualche riff di chitarra particolarmente azzeccato. Il cuore, specialmente quello che batte da un tempo non troppo prolungato, sicuramente desidera cose grandi.
(Ant.C.)
Rimini, 23 agosto 2010