Agosto 2009: l’emergenza nelle carceri italiane è ormai insostenibile. Insostenibile per i carcerati, insostenibile per gli agenti, insostenibile per i conti pubblici italiani. “Praticamente ogni giorno – ci racconta Nicola Boscoletto, presidente del Consorzio sociale Rebus di Padova – giunge notizia di aggressione ad agenti penitenziari, lenzuola date a fuoco nelle celle, mega-risse, episodi di autolesionismo fra detenuti costretti talvolta a dormire condizioni disumane. Se questo non bastasse, le carceri sono sempre più sovraffollate. La situazione non è mai stata così drammatica, per non dire tragica”.
A questo si aggiunge che ogni detenuto costa allo Stato circa trecento euro al giorno, in un tempo in cui la crisi economica non risparmia il nostro Paese: ma con quali risultati? Il 90 per cento dei detenuti tornati in libertà tornano a delinquere. Secondo Boscoletto a questo dramma le possibili risposte sembrano due: un buonismo sterile che chiude gli occhi di fronte alla portata sociale del fenomeno-delinquenza in Italia, o il giustizialismo di chi vorrebbe chiudere i detenuti in cella e buttare le chiavi senza riflettere sugli effetti anche solo economici per tutti i cittadini.
Ma dall’anno scorso qui al Meeting è stata mostrata una terza strada, imprevista, per non dire impossibile a immaginarsi se non fosse un avvenimento tuttora presente e sotto gli occhi di tutti. Gente comune che osserva stupita una mostra sulla possibilità di un’esperienza umana in carcere (mostra che ha fatto furore al Meeting 2008), o – come quest’anno – uno stand di pasticceria di alta qualità preparata e servita ai tavoli da detenuti che lavorano fianco a fianco agli agenti penitenziari. “Persone cambiate – continua Boscoletto – che piangono nel prendere coscienza del proprio male, ma che non chiedono nessuno sconto di pena. Qui non ci sono guardie e ladri ma un’umanità nuova, rinnovata da un incontro”. Così dalla mattina alla sera pluriergastolani, detenuti che rinunciano ai loro permessi e che tornano la notte a dormire nel carcere di Rimini, poliziotti, avvocati e magistrati vivono una possibilità nuova, forse l’unica soluzione che “permette a tutti di vivere meglio – incalza Boscoletto – perché alla fine è questo quello che accade e che tutti desiderano”.
Così domani diventeranno testimoni oculari di questo “imprevisto” impensabile Franco Ionta, capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, il suo vice Emilio Di Somma, Sebastiano Ardita, direttore ufficio quarto Trattamento e detenuti e altri rappresentati del ministero della Giustizia, tra cui il viceministro Giacomo Caliendo, oltre a Boscoletto e al presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini.
Alle ore 14.15 queste e altre personalità saranno presenti a una conferenza stampa qui al Meeting di Rimini al padiglione B4, più noto come bar pasticceria “Ai carcerati”. Un avvenimento per scoprire che un alternativa è davvero possibile, anzi è già presente.
(G.P.M.) Rimini, 24 agosto 2009