“La mia stella polare sarà la sussidiarietà”. Con queste parole, formulate dal sindaco di Roma Gianni Alemanno all’inizio del suo mandato, Emmanuele Forlani, coordinatore della segreteria Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, ha introdotto il dibattito nel quale Alemanno stesso e Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, si sono confrontati sul tema della sussidiarietà. “Viviamo in un contesto nel quale tutti parlano di sussidiarietà, ma poi quando si scende nel concreto questa raramente viene applicata” ha richiamato Forlani, invitando i due relatori a esporre fatti e opere in grado di testimoniare invece esempi dell’applicazione concreta di questo principio.
“Vogliamo far diventare Roma il laboratorio della sussidiarietà, e per noi la Lombardia è un modello a cui guardare – ha dichiarato Alemanno – per rispondere all’esigenza di libertà che i cittadini richiedono, promuovendo e valorizzando tutte quelle realtà esistenti che operano nel tessuto sociale rispondendo ai bisogni”. Citando un esempio concreto, il sindaco di Roma ha lanciato la sua proposta di ridefinizione del “piano regolatore sociale” della capitale. “Ad oggi le associazioni sono subalterne al potere della politica e della burocrazia, noi vogliamo azzerare tutti i bandi esistenti relativi ai servizi alla persona e andare nel territorio cittadino a vedere i soggetti che realmente lì attuano per sostenerli e renderli protagonisti”. Alemanno ha insistito molto sulla necessità di promuovere un cambiamento culturale che permetta a tutti di riconoscere l’importanza dell’applicazione del principio di sussidiarietà: “andremo nelle scuole e nelle università a diffondere questo tipo di cultura”.
Il presidente Formigoni, dopo aver esaltato il successo politico del sindaco romano, ha esordito sostenendo che “la gente inizia oggi ad accorgersi quanto realmente le politiche fondate sulla sussidiarietà rispondono ai bisogni meglio di qualunque altro modello”. Ha proseguito sostenendo che “la sussidiarietà non si identifica con il decentramento o con la deconcentrazione, è qualcosa che viene prima: la sua radice è antropologica e culturale, e tende a rovesciare la concezione tradizionale della politica secondo cui lo Stato e la burocrazia pretendono di sostituirsi alla persona nelle sue scelte fondamentali”. Secondo il presidente lombardo “la sussidiarietà è l’unica via possibile per uscire dalla crisi, e siamo solo all’inizio di questo percorso che è sempre nuovo”. Formigoni ha poi elencato una serie di applicazioni pratiche della sussidiarietà in Lombardia, nel campo dell’istruzione (con l’introduzione della dote scolastica in sostituzione del precedente buono scuola, ampliandone la fruizione), del welfare (passaggio da welfare state a welfare society) e nel settore produttivo (maggiore possibilità di accedere al credito per le piccole e medie imprese e possibilità di sveltire i tempi di avviamento di un’attività imprenditoriale).
In merito alla futura nascita del Partito della Libertà, Formigoni ritiene la nascita di questo nuovo soggetto politico “affascinante e necessaria: vogliamo costruire un partito pienamente democratico, partecipato dalle persone e che riconsegni ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti”. Secondo il presidente lombardo, richiamando l’intervento di ieri del presidente Cei Bagnasco, “il partito deve valorizzare le persone e le idee, basandosi su un’identità ideale e programmatica chiara, che sia fondata sulla tradizione cattolica e liberale del Partito Popolare Europeo”. Alemanno, che è anche componente del comitato di reggenza di An, si è dichiarato d’accordo con Formigoni aggiungendo che “da un punto di vista pratico è necessaria al più presto la costruzione di un unico partito che racchiuda al suo interno l’interesse per il bene comune, evitando le innumerevoli trattative che la frammentazione partitica comporta”. Da un punto di vista storico – continua – bisogna favorire la nascita di un grande soggetto di centrodestra che non abbia complessi di inferiorità rispetto alla cultura radical-progressista preminente ad oggi nel Parlamento Europeo. Ci aspetta una sfida entusiasmante”.
Altro tema affrontato è stato il federalismo fiscale. Formigoni chiarisce da subito che la bozza Calderoli gli piace, ma che questa rappresenta solo l’inizio del cammino federalista in Italia. E precisa: “Il fondamento del federalismo è la sussidiarietà. Punto fondamentale è che ad un centralismo statale non si sostituisca un’altra forma di centralismo, magari più vicina al cittadino”. Il presidente lombardo nel dare le coordinate del federalismo fiscale sul quale il governo sta ragionando precisa: “Il finanziamento delle regioni da parte dello Stato dovrà essere misurato non più su costi storici ma su costi standard. Vogliamo che finisca il meccanismo per cui uno stesso servizio varia nei costi da regione a regione”. E aggiunge che quello fiscale è solo una parte del progetto di riforma al quale si aggiungerà il trasferimento delle competenze dallo Stato alle regioni e l’adeguamento della struttura di controllo del parlamento attraverso l’organizzazione del Senato federale. “Solo così si romperà il bicameralismo perfetto che ingessa il sistema politico”.
Nel parlare delle possibili ricadute del federalismo fiscale in una amministrazione locale, Gianni Alemanno vuole dare una risposta a tutti coloro che ne temono gli effetti. “Significa mettere in atto un meccanismo efficiente in cui si promuova il meglio dei territori e si elimini il clientelismo”. Riguardo la sua città, il sindaco ritiene che la Capitale possa rinnovare la sua vocazione all’universalità promuovendo il metodo sussidiario. E conclude anticipando la formulazione di un capitolo apposito per Roma Capitale all’interno della riforma.
Il dibattito si conclude con il commento dei relatori sul titolo di questo Meeting: O protagonisti o nessuno. Per Alemanno “il protagonismo è una potenzialità insita nel cuore di ognuno di noi. Questa sfida di protagonismo coinvolge tutto il nostro popolo, è il cambiamento di cui abbiamo parlato oggi”. Per Formigoni essere protagonisti significa “combattere per gli ideali in cui si crede con libertà ed umiltà di cuore per cui l’importante è lavorare. L’esito non è nelle nostre mani. La questione non è di riuscire ma se in tutto quello che ti è chiesto dai tutto quello che puoi dare. E ripensando a me la possibilità di essere protagonista è legata all’incontro che ho fatto, l’annuncio cristiano che mi è stato donato, la comunità nel quale sono stato educato”.
(M.C. e S. L.)
Rimini, 25 agosto 2008