Dalla Genesi ai Vangeli, il professor Weiler ha letto il compleanno del Meeting alla luce della Sacra Scrittura
Rimini, 18 agosto – Una presenza “tradizionale”, quella del professor Weiler al Meeting di Rimini. Ma non per questo ripetitiva: ogni suo intervento è decisamente originale, capace di conquistare il pubblico. È accaduto oggi per l’ennesima volta: in una sala Neri gremita, Joseph H. H. Weiler, docente alla New York University e ad Harvard, ha tenuto una lezione su “Il numero 40 nella Bibbia”, leggendo l’importante compleanno del Meeting alla luce della Sacra Scrittura.
Introdotto da don Stefano Alberto, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Weiler ha spiegato perché, tra i numeri più ricorrenti nelle scritture (1-3-7-12-40), proprio quest’ultimo sia il preferito da Dio: «Già nel libro della Genesi questo numero è ricorrente: il diluvio, ad esempio, dura 40 giorni». Come suo costume, Weiler ha coinvolto l’uditorio chiedendo il perché di tale durata. «La Bibbia – è stata la sua spiegazione – pur essendo parola di Dio è scritta da un umano redattore che, quando adopera questo numero, vuole significare che quel fatto è voluto da Dio, è atto di Dio. E perché Dio, il Giusto, con un suo atto stermina il genere umano? L’iniquità del mondo non è sufficiente a giustificare tale atto perché, anche considerando la remota possibilità che tutti gli adulti fossero colpevoli, certo non lo erano i bambini. Con il suo atto Dio ha quindi voluto significare che l’uomo non è uno, ma la responsabilità è del genere umano nella sua interezza: per questo i figli pagano le colpe dei padri». Un monito quanto mai attuale, soprattutto considerando lo sfruttamento delle risorse globali.
Nel caso di Isacco, che si sposa a 40 anni, invece il numero indica la maturità: «Si tratta – ha detto Weiler – degli anni necessari a costituire una personalità matura, idonea e degna di creare una famiglia. Diversamente, quando si parla dell’imbalsamazione di Giacobbe, il numero 40 indica solo un tempo tecnico».
Il numero 40 ricorre anche nell’Esodo: tali sono gli anni nel deserto, necessari affinché dopo dieci generazioni di schiavitù, pari a 400 anni in Egitto, gli ebrei possano sviluppare una nuova generazione, forgiata dal sacrificio nel deserto, degna e pronta alla libertà. Di fatto, secondo Weiler, alla luce di tutto questo, 40 è un numero che va considerato paradigmatico: tanti sono i giorni di Mosè sulla montagna e, passando al nuovo testamento, sempre 40 sono i giorni in cui Gesù si ritira nel deserto. Spiega il docente: «Luca, che ha scritto il primo Vangelo, è particolarmente preciso nel citare questa durata: in fondo, potevano essere 39 o 41 i giorni. Perché dunque tale precisione? Per sottolineare la continuità del nuovo col vecchio testamento, adoperando il numero che esprime il tempo necessario alla maturazione e l’atto di Dio». E via discorrendo, fino agli Atti degli Apostoli.
Per Weiler, in definitiva, 40 è «il numero preferito da Dio. E non può che essere così anche per il Meeting, che compie 40 anni».
(C.Cap.)
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