Si preannuncia seguitissima questa sera la rappresentazione “Marija Judina, la pianista che commosse Stalin”, una piéce teatrale che racconta le vicende di una delle più grandi e sconosciute interpreti musicali del Novecento.
Dedicato ad una delle più grandi pianiste russe, lo spettacolo alterna parole e musica, partendo da un dialogo immaginario tra la musicista e un suo studente di pianoforte, conversazione sulla musica, sulla fede religiosa e sulla libertà artistica durante una dittatura.
Il titolo della piéce – che sta registrando già il tutto esaurito ai botteghini del Meeting – si riferisce a un fatto realmente accaduto: Stalin si commosse ascoltando un esecuzione in concerto della Judina, durante una serata mozartiana a Mosca.
La commozione del dittatore non potè fermare il realismo sovietico: la Judina fu infatti licenziata dal conservatorio di Mosca per la sua profonda fede ortodossa e per il suo amore verso compositori contemporanei considerati non graditi al potere. In compenso l’apprezzamento di Stalin verso il suo immenso talento le permise di evitare il confino e il Gulag. La Judina trascorse due decenni lontana dalle sale concerto, insegnando nel suo monolocale a Mosca, dove si è spenta nel 1970.
Il dialogo – firmato da Angela Dematté – è alternato ad esecuzioni di Brahms, Mussorgskij, Mozart interpretate da Victor Derevianko e Marina Drozdova, tra i più applauditi musicisti russi, allievi della stessa Marija.
(W.G.)
Rimini, 23 agosto 2010