Luca Antonini, vice presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, ha introdotto l’affollato incontro delle ore 15 in sala 1 relativo al tema del federalismo fiscale: “L’aspetto interessante di questa legge è che essa nasce grazie ad un dialogo costruttivo tra i diversi attori del territorio e non come un provvedimento calato dall’alto”.
Coerentemente con questa affermazione, il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli ha sottolineato l’importanza del dialogo costante sia tra maggioranza ed opposizione sia con il territorio, “grazie al quale la legge è stata votata all’unanimità nella Conferenza Stato-Regioni”. Secondo il ministro “la legge sul federalismo fiscale è l’esempio che sta crescendo un atteggiamento di responsabilità nei confronti delle riforme di cui il Paese ha un grande bisogno”. Calderoli, dopo aver ribadito la necessità di capire bene cosa si intende per federalismo fiscale, cioè “aumento della responsabilità e della trasparenza nelle amministrazioni”, ha precisato che “decentrare le competenze a livello locale non è sufficiente, è necessario garantire agli enti locali l’autonomia impositiva. Bisogna collegare la tassazione con i servizi erogati, così che il cittadino è in grado di valutare dove e come vengono impiegati i soldi riscossi e gli amministratori possono migliorare la gestione e l’organizzazione del territorio”.
Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, ha esordito affermando che “ogni regione deve avere la possibilità e il diritto di autogovernarsi, applicando modelli adeguati al proprio territorio”. Formigoni, proseguendo il suo discorso, ha precisato che per applicare il federalismo “è necessario seguire il principio di sussidiarietà, dove il sovrano di ogni azione amministrativa è il cittadino”. Il governatore della Lombardia ha poi elencato una serie di obiettivi raggiunti dal suo governo in materia di sanità, scuola e famiglia “rovesciando alcuni schemi di una certa sinistra assistenzialista, per cui non sono le persone ad adeguarsi alle esigenze dell’amministratore di turno, ma sono questi ultimi ad agire in base alle necessità dei cittadini”.
Alla domanda se il federalismo fiscale sia un’occasione per la rivincita della responsabilità, Formigoni ha risposto che l’Italia “è di fronte ad una rivoluzione, quella del passaggio dal vizio alla virtù”, introducendo quindi il discorso sul passaggio, nella ripartizione delle risorse, dalla spesa storica al costo standard. “Non è possibile – ha proseguito il presidente – che l’amministratore di turno non si assuma le sue responsabilità”. Per questo motivo Formigoni ha invitato gli italiani ad essere “i controllori dei propri amministratori, a stargli col fiato sul collo”. Infine, alla domanda sull’utilità del Partito del Sud, il presidente lombardo ha dichiarato che “i partiti nascono dal popolo e non dalle dichiarazioni di qualche leaderino. Il Mezzogiorno – ha spiegato – ha bisogno di ciò che serve all’Italia: politiche di sviluppo”.
Rispondendo alla stessa domanda, Calderoli ha affermato che “il partito del Sud non serve, ciò che occorre è una nuova forma di collaborazione tra Nord e il Mezzogiorno del Paese: il Sud può e deve essere sostenuto, anche con agevolazioni fiscali, però deve fare una seria autocritica, perché non è possibile che vi siano delle differenze così marcate con alcune regioni del Nord, ad esempio sulla spesa sanitaria”.
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, dopo aver spiegato che la sua città sta lavorando su questo tema già dal 2004, ha elencato alcuni risultati positivi raggiunti in questi anni: “Bari costa il 30 per cento di meno delle altre città metropolitane, la criminalità è minore che in altre grandi città del Nord, ha il maggior incremento nella raccolta differenziata e il numero dei dirigenti è passato da ottanta a trenta”. Emiliano ha poi il suo punto di vista su questa legge: “Il federalismo può essere un’opportunità, l’importante è che rispetto al Sud non si faccia di tutta l’erba un fascio: così come vi sono molte difficoltà da risolvere, esistono anche eccellenze da rispettare e valorizzare”. Da ultimo Emiliano si è augurato che “con questa legge sia possibile per i comuni avere strumenti di autonomia impositiva”.
Antonini ha concluso sottolineando “come incontri di questo tipo sono un esempio di metodo di agire politico capace di tendere realmente al bene comune”.