29. Cultura politica e sussidiarietà

Press Meeting

Alle 11.15 nel padiglione A2 della fiera di Rimini si sono aperte anche per quest’anno le danze degli incontri organizzati dalla Fondazione per la Sussidiarietà con un workshop dal titolo impegnativo, “Cultura politica e sussidiarietà”, al quale hanno partecipato Phillip Blond, Senior Lecturer in Cristian Theology at the University of Cumbria, Alonso Mendoza, esperto in fund raising, Josè Miguel Oriol, presidente Ediciones Encuentro, Adrian Pabst, Leverhulme Research Fellow Department of Theology and Religious Studies Centre of Theology and Philosophy University of Nottingham, Carlin Petrini, presidente di Slow Food Italia, e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà; ha introdotto l’incontro Antonio Quaglio, caporedattore de” Il Sole 24 Ore”.
Proprio Quaglio, dopo avere ricordato come la sussidiarietà sia un concetto ormai globale (dato di fatto confermato anche dalla eterogeneità dei relatori), comincia con una provocazione: ”Cultura e politica si devono ritrovare, ma Vittadini ce le presenta assieme; la sussidiarietà quindi ne deve essere il catalizzatore”.
Primo a intervenire è Peter Blond, che afferma come in Gran Bretagna l’idea di sussiadiarietà non riesca ad attecchire, a causa del contrasto fra le due grandi ideologie, socialista(rappresentata dai laburisti) e liberale(rappresentata dai conservatori). Promuovendo la prima una sorta di collettivismo e la seconda un individualismo sfrenato hanno creato una società inglese in cui l’individuo persegue solo il proprio tornaconto. Carlin Petrini invece cambia subito le carte in tavola: “Io dico che la sussidiarietà è la parte più alta e nobile della cultura politica”, e poi aggiunge, “è il terreno di incontro di chi si sente straniero, perché né la destra né la sinistra parlano dei temi veramente importanti, come il fatto che stiamo perdendo il rapporto con la natura che ci garantisce di stare al mondo”. Continua poi parlando della sempre maggiore perdita di biodiversità nel mondo a causa del crescente inquinamento ma soprattutto di Terra Madre, grande network mondiale di piccoli agricoltori sostenuto da Slow Food, che promuove un’agricoltura sostenibile, citandolo come esempio dell’economia di prossimità di cui ha parlato il cardinale Angelo Bagnasco nella giornata di ieri.
Degli USA parla invece Mendoza, sottolineando il ruolo fondamentale della Chiesa nel sostegno all’accoglienza dei migliaia di immigrati che ogni anno giungono negli States da tutto il mondo. ”Caratteristica fondamentale della società americana è l’iniziativa della persona, che permette di realizzare l’‘american dream’ ”. La sussidiarietà secondo Mendoza diventa quindi quello spirito che grazie anche all’aiuto e alla mediazione della Chiesa permette a molti di entrare negli USA e realizzare i propri sogni. Una voce dalla Spagna giunge attraverso Josè Miguel Oriol che afferma: “in Spagna il concetto di sussidiarietà è ancora poco conosciuto, ma vi sono realtà che vi hanno a che fare,come le c.d. ‘scuole concordate’, cioè delle scuole finanziate dallo Stato ma gestite da privati ma che sono diventate bersaglio della attuale sinistra di governo”.
Adrian Pabst invece sposta il campo di battaglia sulla scena europea: “Per realizzare la sussidiarietà a livello UE è necessario un sistema federale che non si è mai realizzato, perché manca una cultura comune”. Basti pensare al recente dibattito sulle radici cristiane dell’ Europa. “L’Unione invece -continua Pabst- è sempre stata imperniata, fin dalla sua creazione, sulla logica del funzionalismo, cioè la prevalenza degli obiettivi giuridico/economici su quelli culturali, cosa che ha provocato un accentramento del potere, lasciando poco spazio all’ iniziativa privata”. Vittadini chiude mettendo in evidenza il fil rouge dell’ incontro: “la sussidiarietà è la scoperta di dove l’uomo può andare quando la politica non parla più dell’uomo.” Un luogo quindi in cui poter essere veramente protagonisti.

(G.Z.)
Rimini, 25 agosto 2008