22. La lettera a Filemone. Omaggio a Marta Sordi.

Press Meeting

“Non una commemorazione, ma un ricordo con la semplicità e la concretezza, che la contraddistinguevano”. Con queste parole Alfredo Valvo, docente di Storia romana all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, introduce l’incontro in Sala A2, ore 11.15, in omaggio a Marta Sordi, professore emerito di Storia greca e romana, per oltre un trentennio docente all’Università Cattolica e direttore dell’Istituto di Storia antica della facoltà di Lettere e filosofia, scomparsa il cinque aprile di quest’anno.
L’incontro verte sul tema della Fede come conoscenza, “in grado di illuminare e potenziare la ratio” puntualizza monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro. “Appassionata di san Paolo e di sant’Ambrogio, li studiò sempre dal punto di vista della storica di Roma, come amava definirsi – afferma Valvo – e descrisse l’Apostolo come fondamentale trait d’union fra la cultura romana e cristiana, uomo multiculturale, in grado di rileggere tutti gli aspetti a lui precedenti alla luce dell’avvenimento cristiano”. Sempre Valvo sugli studi della Sordi relativi alla contestata autenticità della Lettera ai Colossesi esclama: “Non con astuzia, ma con scaltrezza cristiana, attesta che i protagonisti, il contesto e i contenuti della lettera ai Colossesi sono gli stessi della lettera a Filemone, ritenuta autentica pressoché da tutti, e così accredita l’una attraverso l’altra”. Filemone, dominus romano a cui è rivolta l’epistola, e Onesimo, schiavo, si convertono nell’incontro con san Paolo, che nella lettera in questione affronta il tema della schiavitù. “La sua libertà dai postulati teologici e letterari – conclude Valvo sulla Sordi – ha permesso la scoperta di elementi assolutamente nuovi: il padrone e lo schiavo, senza abbandonare la loro condizione sociale, sono fratelli nell’unico vero Dio, lo schiavo liberato da Cristo e il dominus schiavo di Cristo”.
Anche Moreno Morani, docente di glottologia all’Università di Genova, si ferma sul metodo storiografico di Marta Sordi che “consigliava cautela a chi metteva in dubbio con ipercriticità i testi paolini, su cui gli antichi non avevano dubbi, la quale riteneva autentico anche il carteggio fra Seneca e l’Apostolo”. Di questi evidenziava però le profonde differenze: “Seneca fa perno su un impegno morale legato a una comune partecipazione a un’umanità sofferente in balia di un fato a cui non ci si può opporre, mentre Paolo afferma che con Cristo il destino dell’uomo è l’amore e la vita eterna”.
“Non un’idea, non un insegnamento ma un avvenimento”, approfondisce Negri: “il cristianesimo entra nel mondo come una novità, un contatto vitale”; o ancora: “l’incontro fra Cristo e il cuore dell’uomo” (Giovanni Paolo II). “È un popolo nuovo che ha come unico fondamento l’appartenenza a Cristo”, incalza Negri riprendendo San Paolo, “non c’è più giudeo né greco, non c’è più schiavo né libero, né uomo né donna” e sorprende tutti chiedendo: “Avete notato che è quello che sta accadendo qui al Meeting, dove vivono e mangiano insieme detenuti e poliziotti”? “Figlia umile e autorevolissima della Chiesa”, conclude Negri, “Marta Sordi ha approfondito l’incontro fra mondo romano e cristianesimo, a partire dal proprio incontro con il cristianesimo” poiché in lei “fede e ricerca non sono state realtà conflittuali o parallele, la testimonianza che la fede fa amare, illuminare e rischiare di più nel proprio lavoro, e la carità fa muovere a comunicarlo a tutti”