22. Caligola e la luna

Press Meeting

“È una sfida.” Così esordisce Otello Cenci, regista dello spettacolo inaugurale del Meeting 2010 tratto dal Caligola di Albert Camus. “Una sfida per Camus, che ne ha realizzato tre versioni in vent’anni, una sfida per Caligola che, da solo, prova a dare risposta al desiderio di felicità del suo cuore, una sfida per chi lo mette in scena”.

Lo spettacolo comincia nel gigantesco palco dell’arena D3, dominato dalla luna che una pedana rotante porterà ora in primo ora in secondo piano. Due controscene laterali e la luna stessa fanno da schermo, realizzando così il difficile compito di immergere una platea di oltre tremila persone in un variegato spazio multimediale.

Le dimensioni di questo spazio inquadrano e sottolineano l’azione scenica e non di rado vi prendono parte, come ulteriori attori. Così avviene, ad esempio, quando la scena comprende sia gli attori dal vivo sia la loro immagine ripresa dal punto di vista della luna, e proiettata su di essa.

Si snoda sotto gli occhi del pubblico il dramma dell’imperatore romano, magistralmente interpretato da Stefano Pesce, che si confronta con un testo che egli stesso definisce “determinante per un attore della mia età, paragonabile all’Amleto e a pochi altri del Novecento” e che interpreta con ricchezza di registri e grande presenza scenica.

A fare da controvoce numerosi altri personaggi, in ognuno dei quali si riconosce un particolare atteggiamento rispetto al dirompente desiderio presente nell’Imperatore. Così si sviluppa l’itinerario del desiderio di Caligola, che tutti gli altri personaggi tentano in qualche modo di ridurre e padroneggiare, e che culmina nell’eliminazione fisica dell’Imperatore.

La corte dei personaggi che ruota intorno al protagonista va dall’amante Cesonia (Barbara Mautino) al tormentato poeta Scipione (Danilo Nigrelli), dall’opportunista Elicone e da Cherea preoccupato di mantenere lo status quo al vecchio e debole Senectus (perfettamente incarnati da Giovanni Battaglia, Alberto Mancioppi e Andrea Soffiantini). Impossibile poi non citare la calda e ironica voce e il rotondo viso della cantante NicoNote (la Luna).

Alla fine dell’intensissima e coinvolgente performance, scroscianti applausi. Il pubblico del Meeting si riconosce nella frase di Camus proiettata all’inizio: “Ho bisogno di scrivere cose che in parte mi sfuggono, ma che rappresentano appunto una prova di ciò che in me è più forte di me”.

(Ant.C.)
Rimini, 22 agosto 2010