20. Solidarnosc: la vittoria pacifica del bene sul male

Press Meeting

Affollato l’incontro di presentazione della mostra Danzica 1980. Solidarnosc. Alle ore 19.00, nella sala A2, Sandro Chierici, curatore della mostra, ha condotto un’ampia intervista con Luigi Geninazzi, giornalista di Avvenire, col fotografo Chris Niedenthal e con Rafael Wieczynski, regista del film Popieluszko. Non si può uccidere la speranza in programma qui al Meeting mercoledì 25 agosto alle ore 21.45 in Sala Neri.
“Non si respirava un clima di scontro e di rivendicazione rabbiosa, ma piuttosto di festa, una festa di popolo”. Così il giornalista, inviato per il settimanale Il Sabato e testimone dei diciotto giorni di Danzica, ha definito l’aria che si respirava in quei giorni, ponendo l’accento sul carattere poco ideologico del movimento di Solidarnosc: “Come tutta la gente semplice guardava a persone, a figure di grande autorevolezza, come il Papa, o alla patrona della nazione polacca, la Madonna Nera di Czestochowa”.
Niedenthal, testimone anche dei fatti che hanno preceduto di qualche anno gli eventi dell’agosto del 1980, ha riferito invece del “giro di vite dall’alto” a cui erano sottoposti i polacchi negli anni Settanta. Ai fatti dell’80 i polacchi sono giunti con grande tenacia, soprattutto delle donne, prime fra tutte Anna Walentinowicze.
Toccante la testimonianza del regista Wieczynski. Dodicenne ai tempi degli scioperi, nell’84 ha partecipato ai funerali di Popieluszko assieme ad altri 600mila giovani ed è tornato a casa domandandosi “io sarei stato capace di vivere come lui?”. Aveva immaginato, dopo gli eventi del 1989, che tutto quello che erano stati quegli anni avrebbe avuto un riverbero nell’arte polacca, soprattutto nel cinema. Così non è stato, anzi, sono cresciute generazioni di polacchi per cui le figure e i fatti di quegli anni hanno voluto dire solo qualche nome sul libro di storia. Nel 2000, l’invito di Giovanni Paolo II ai giovani a “prendere il largo” ha suggerito al regista e alla moglie l’idea di fare un film su Popieluszko. Da lì ricerche, interviste, fotografie fino a capire che padre Jerzj non ha dato la vita per la libertà della Polonia, ma per la libertà di ogni uomo.
Quale novità ha portato Solidarnosc nella concezione del lavoro? “È un movimento di natura etica, dentro il quale si pone il problema del senso del lavoro”. Così ha concluso Geninazzi. Nel contesto attuale, Solidarnosc rappresenta un modello vincente di rivoluzione non violenta.
Wojtek Hunolot, primo consigliere dell’Ambasciata Polacca in Italia, ha portato un intervento di saluto: “Solidarnosc è qualcosa di più importante di un fatto storico per la storia della Polonia. È un paradigma per la vittoria pacifica del bene sul male”.

(G.L.)
Rimini, 22 agosto 2010