19. Pubblico per natura – Pubblico per funzione

Press Meeting

Un Workshop promosso alle 19.00 in sala Mimosa – D6 da ”Rivista Non Profit “ ha offerto spunti di riflessione sul tema dei rapporti di sistema tra pubblico e privato. Il mondo del Non Profit avverte particolarmente l’esigenza del superamento di residui burocratici, non corrispondenti alla crescente operatività dei protagonisti del cosiddetto terzo settore .
Sivio Andò, rettore della Libera Università Kore di Enna, ha portato l’esperienza recente dei primi anni di vita del nuovo ateneo siciliano, una Fondazione con la partecipazione degli enti locali, che ha scelto particolarmente di interagire con il sistema socio economico della Provincia di Enna, ove si è verificato nell’ultimo triennio un ragguardevole tasso di sviluppo della produttività.
La prevalente uniformità del sistema universitario pubblico – con il relativo sistema di finanziamenti, controlli, parametri di valutazione del personale docente – non favorisce tuttavia la peculiarità di un modello di governance effettivamente autonomo, che voglia curare l’offerta formativa nella realtà economica del territorio di riferimento. Rimangono discriminazioni svantaggiose – ha sottolineato Andò – a carico delle fondazioni universitarie che pur ancora non ricevendo finanziamenti pubblici sono tenute a rispondere a parametri gestionali o organizzatori propri del tradizionale sistema statale.
Luigi Fiorentino, segretario dell’Autorità Garante della Concorrenza, ha tratteggiato la trasformazione del nostro sistema istituzionale, che originalmente distingueva i due mondi essenzialmente in base alla proprietà dei beni, se cioè appartenenti allo Stato piuttosto che ai privati.
Dalla metà degli anni Ottanta in poi si è assistito al sorgere di una pluralità di soggetti esercitanti funzioni pubbliche, con crescente intervento dei privati nella gestione di apparati e risorse pubbliche, attraverso le cosiddette esternalizzazioni di servizi, la costruzione e gestione di opere pubbliche, fino alla recente riforma del titolo quinto della Costituzione e al riconoscimento del principio di sussidiarietà. Fiorentino ha tuttavia osservato che laddove è già oggi possibile sperimentare forme gestionali improntate all’autonomia in virtù di innovazioni legislative recenti, in particolare proprio nel sistema universitario, gli enti preferiscono ancora impiegare modelli gestionali di impronta statale.
Luciano Eusebi, docente di Diritto penale all’Università Cattolica “Sacro Cuore” di Piacenza, ha sviluppato un ampio excursus sulla attuale legislazione penale, evidenziando come alla contrapposizione pubblico-privato corrisponda la contrapposizione tra stato e cittadino nell’applicazione delle leggi sulla sicurezza, la prevenzione dei reati, l’effettività delle pene: temi di cui ampiamente di discute ai nostri giorni.
Eusebi ha indicato, con alcuni accenni alla sua esperienza di componente della Commissione per la riforma del codice penale, anche spunti di possibile riforma legislativa: criteri di una nuova normazione che presuppongono una diversa visione della giustizia, del sistema delle pene e della riparazione delle conseguenze del reato, fondata sul riconoscimento della peculiarità della persona umana piuttosto che sul condizionamento della persona stessa attraverso la gravità della pena prevista.
L’interesse di questi profili, più profondamente culturali, del rapporto tra cittadino e stato e degli scenari che possono aprirsi per una riforma del sistema istituzionale, sono stati sottolineati da Giorgio Vittadini. “Sono tutte sollecitazioni a proseguire nel superamento di contrapposizioni ancora forti”, ha affermato il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e moderatore dell’incontro, sicché anche l’iniziativa privata, pur nel perseguimento del proprio interesse, possa concorrere al perseguimento del bene pubblico e come tale essere riconosciuta e apprezzata dal sistema”.

Rimini, 24 agosto 2008
(M.B.)