Lo spettacolo inaugurale della trentesima edizione del Meeting è il Miguel Manara del lituano Oscar V. Milosz. L’opera è ambientata nella Spagna seicentesca e racconta le vicende del don Giovanni storico, cavaliere libertino travolto dall’amore puro per la fanciulla Girolama.
Come ha ricordato Emilia Guarnieri introducendo la performance, Miguel-Don Giovanni incarna l’uomo col suo “desiderio di abbracciare le possibilità infinite” in questa vita “breve per la scienza”, desiderio “sempre presente, più forte e più pazzo che mai”. A questo desiderio l’incontro con la giovane Girolama e il suo intenso e verginale amore dà senso e compimento iniziale. La morte dell’amata conduce il protagonista a chiedere perdono per la propria dissolutezza passata ed entrare nel convento de la Caridad di Siviglia, dove finirà i suoi giorni.
È a questo punto che si apre lo spettacolo, che ripropone quasi integralmente il Miguel Manara di Milosz in flash-back, introducendo nuove prospettive giocate sulla tensione che il cammino della santità induce nel protagonista (che dialoga con se stesso giovane), quasi a sottolineare che il percorso della conoscenza, nella vita, non si esaurisce nella iniziale decisione di intraprenderlo.
L’allestimento si presenta ardito e magnificente, ben adeguato al grande auditorium affollato da più di tremila spettatori ed è caratterizzato da un esteso e sapiente uso della multimedialità che fornisce effetti scenici di grande impatto emotivo. La scena non si svolge solo nel grande palco, ma si completa nella interazione con i fondali (anche su piani distinti) realizzati su opere pittoriche di Franco Vignazia e con la colonna sonora, giustificando appieno la qualifica di “spettacolo multimediale”. La soundtrack, elaborata da Marina Valmaggi e Roberto Andreoni che hanno ricostruito musiche originali del Seicento spagnolo, è affidata a voci soliste, al Rodaviva ensemble e al coro polifonico Millennium, sottolinea perfettamente l’azione scenica che talvolta si allarga in modo da consentire il pieno godimento delle musiche.
In scena il bravo Gigio Alberti (il “vecchio” Miguel) che ha proficuamente raccolto la sfida teatrale, Matteo Bonanni (il “giovane” Miguel), Alice Torriani (la dolce Girolama), Ruggero Dondi (un assai convincente abate) ed acrobati, coro e orchestra sotto la sapiente regia di Otello Cenci. I costumi di Ilaria Ariemme completano il panorama di un viaggio suggestivo e intenso.
Come nella tradizione, lo spettacolo inaugurale del Meeting conferma la sua natura di “evento” che accompagna lo spettatore in una delle più affascinanti testimonianze del tema prescelto, ripercorrendo il cammino che porta alla conoscenza attraverso imprevedibili avvenimenti che danno speranza.